L’Ue sprona l’Italia: meno pesticidi, più bio

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Le raccomandazioni della Commissione per il Piano strategico nazionale della nuova Pac

Riduzione delle emissioni e dell’uso di pesticidi e antimicrobici, digitalizzazione, sostegno ai giovani agricoltori, azione a tutela della biodiversità e welfare animale. Sono alcune delle priorità che dovrebbero guidare l’Italia nella redazione del Piano strategico nazionale della nuova Pac, la Politica agricola comune riformata che entrerà in vigore dal primo gennaio 2023.

Le suggerisce Bruxelles pubblicando raccomandazioni rivolte ai Paesi membri. Lo scopo è aiutarli a gestire le risorse centrando i target condivisi a livello europeo: dagli aiuti per la conversione e il mantenimento dell’agricoltura biologica attraverso il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) al sostegno ai giovani agricoltori, dalle facilitazioni per l’accesso ai finanziamenti alla riduzione dell’uso di pesticidi.

Per ciascun Paese la Commissione ha espresso raccomandazioni sia relativamente agli obiettivi della nuova Pac che rispetto al Green Deal europeo e in particolare alle strategie Farm to Fork e Biodiversità, di cui i piani strategici dovranno tener conto. “Incoraggio vivamente gli Stati membri a tenere conto di queste raccomandazioni durante la redazione dei loro piani strategici della Pac. In questo modo, possiamo garantire una Politica agricola allineata al Green Deal, che sostiene gli agricoltori come motori della transizione verde. Insieme al Parlamento europeo e al Consiglio garantiremo che la riforma della Pac mantenga le necessarie ambizioni ambientali e climatiche”, ha commentato il commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski.

Cosa sono i Piani strategici della Pac

Elemento chiave della riforma della Pac, i Piani strategici stabiliranno in che modo ogni Stato membro utilizzerà le risorse del primo e del secondo pilastro sulla base di un’analisi delle condizioni di partenza, delle problematiche da affrontare e degli obiettivi specifici della Pac che riguardano tematiche ambientali, sociali ed economiche.

In base al Green Deal europeo, entro il 2050 l’agricoltura dovrà dimezzare l’uso di pesticidi della chimica di sintesi; tagliare di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti; del 50% gli antibiotici per gli animali da allevamento. Inoltre si dovrà destinare almeno il 25% della superficie agricola al biologico e continuare sulla strada della riduzione delle emissioni di gas serra.

In particolare, la Commissione ha raccomandato di individuare il potenziale di produzione biologica a livello locale, promuovere il consumo di prodotti biologici e garantire un sostegno alla conversione e al mantenimento dell’agricoltura biologica tramite lo sviluppo rurale.

Le raccomandazioni di Bruxelles all’Italia

Il passaggio a un sistema alimentare sostenibile rappresenta per l’Italia una sfida, ma anche un’opportunità. Secondo la Commissione, l’invecchiamento della popolazione agricola, il basso livello di digitalizzazione e le piccole dimensioni delle aziende contribuiscono alla bassa crescita della produttività e alla volatilità dei redditi agricoli e limitano la competitività dell’agricoltura italiana, nonostante il buon livello di organizzazione dei produttori. Oltre al ricambio generazionale, all’accesso alla banda larga e alle nuove tecnologie digitali, serve un’attenzione specifica al trasferimento di conoscenze e innovazioni in ambito agricolo e alla formazione degli agricoltori.

Sul fronte ambientale, poi, il trend di riduzione delle emissioni riconducibili all’agricoltura -era stato avviato tra il 1990 e 2013 ma si è interrotto negli ultimi sette anni – deve essere riavviato per poter centrare i target dell’Ue. Parallelamente, occorre lavorare sul fronte dell’adattamento ai cambiamenti climatici, anche alla luce della vulnerabilità dell’Italia al rischio idrogeologico, ridurre l’uso di pesticidi, migliorare la valorizzazione delle foreste, l’azione a tutela della biodiversità e il welfare animale. Obiettivi sfidanti per gli agricoltori italiani che, però, da gennaio 2021 avranno a disposizione almeno 1,2 miliardi del Next Generation Eu.

Il documento della Commissione con le raccomandazioni all’Italia “ricalca molte delle richieste per una vera riforma della Pac contenute nel nostro decalogo reso pubblico già a luglio 2018”, affermano le associazioni riunite nella Coalizione CambiamoAgricoltura. “Le raccomandazioni della Commissione Ue sono importanti perché spingono il nostro governo a redigere un Piano Strategico Nazionale della Pac post 2020 ambizioso e aderente alle sfide del futuro, in grado di correggere in parte le posizioni arretrate fino a ora assunte dall’Italia in sede europea sulle sfide ambientali e sociali della nuova Pac”. Posizioni che, ricordano le Associazioni di CambiamoAgricoltura, hanno contribuito alle decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio Agrifish sugli emendamenti che hanno indebolito i regolamenti presentati a giugno 2018 dall’allora commissario all’Agricoltura Hogan.

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