Vallarsa, dove chi non coltiva bio deve attivare una polizza assicurativa per il risarcimento di spese e danni prodotti dall’inquinamento causato dalla sua attività. Belluno, che volente o nolente si è ritrovata nell’area di produzione del prosecco e nel grande abuso di pesticidi. Carmignano, che dopo il divieto d’uso del glifosato su tutto il territorio comunale e l’approvazione del regolamento che vieta pesticidi sul verde urbano, punta a diventare 100% bio entro la fine del prossimo anno. E ancora Melpignano, dove il Comune concede terreni ai giovani e ai disoccupati a patto che coltivino biologico, e piantino almeno una specie tradizionale. Infine, Tollo, dove i coltivatori bio danneggiati dalla dispersione accidentale di pesticidi da campi vicini hanno diritto a un indennizzo. Sono solo cinque dei quasi 70 comuni italiani che hanno regolamentato l’uso dei pesticidi: una lista parziale destinata ad allungarsi.
Perché i Comuni dicono no ai pesticidi?
Tanti i motivi per dire no ai pesticidi e tutelare il territorio che amministrano. I sindaci riuniti a Roma da Cambia la Terra ne hanno ricordati alcuni durante i loro interventi. È Edoardo Prestanti, Sindaco di Carmignano (Prato), a sottolineare che in un “contesto come quello del pistoiese con la massiccia presenza di monocolture, aziende florovivaistiche e in un’area di forte industrializzazione, occorre ripartire dal basso. A me piace chiamarla un’alleanza per la democrazia dei beni comuni”. Annunciando l’arrivo di un apiario di comunità “perché le api sono sentinelle straordinarie della qualità ambientale”, è il Sindaco di Melpignano (Lecce) Ivan Stomeo a puntare sui Comuni d’Italia. “Sono un motore straordinario: occorre ripartire da queste realtà anche quando si parla dello straordinario potenziale dell’agroecologia. Noi lo stiamo facendo”. Spetta al Sindaco di Tollo (Chieti) Angelo Radica coniare lo slogan della giornata: piccoli passi, veloci. Parlando della sua realtà – l’84% di territorio coltivato a vitigni a pergola – spiega: “intervenire in una situazione come questa può essere esplosivo. Noi stiamo applicando la politica dei piccoli passi. Ma veloci. E tutto passa sempre per una grande attenzione all’informazione. Informazione che deve essere capillare e costante: così si può tenere aperto il dialogo e il confronto con la popolazione”. A Vallarsa (Trento), spiega il Sindaco Massimo Plazzer, “abbiamo voluto operare in modo tale che le generazioni future non si ritrovino a dover far fronte ai danni causati dall’agricoltura intensiva. Per questo abbiamo introdotto assicurazioni e fideiussioni”. “L’agricoltura per un territorio è importantissima”, spiega il Sindaco di Belluno Jacopo Massaro. “È importante perché significa che quel territorio non è ceduto all’abbandono. Penso che l’agricoltura di qualità sia il valore aggiunto per un’area che punta sul turismo. Ma l’obiettivo non può essere centrato attraverso il conflitto. Il conflitto non paga. Paga invece un sistema di incentivi e disincentivi per chi sceglie il biologico e chi no”.
“Liberi dai pesticidi”, chi ha partecipato
Al convegno, oltre a Jacopo Massaro (Sindaco di Belluno), Edoardo Prestanti (Sindaco di Carmignano -Prato), Ivan Stomeo (Sindaco di Melpignano -Lecce- e delegato Anci all’Energia e rifiuti ), Angelo Radica (Sindaco di Tollo – Chieti), Massimo Plazzer (Sindaco di Vallarsa -Trento) partecipano Maria Grazia Mammuccini, portavoce di Cambia la Terra e ufficio di presidenza FederBio; Carlo Zaghi, Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali Ministero dell’Ambiente; Emanuela Pace, ricercatrice Ispra; Laura Viganò, ricercatrice Crea; Patrizia Gentilini, medico oncologo e membro di Isde Italia – Medici per l’ambiente; Daniela Sciarra, responsabile filiere agroalimentari Legambiente; Federica Luoni, Area Conservazione Natura Lipu; Franco Ferroni, responsabile Agricoltura & Biodiversità Wwf; Elisa Mussio, Pesticide Action Network (Pan)-Europe Campaigns and Communications assistant; il Comitato Marcia Stop Pesticidi; Renato Bottiglia, coordinatore del Gruppo No Pesticidi.