Meno tre: fuori i neonicotinoidi

Approvato dall’Unione europea il divieto per l’uso all’aperto di tre principi attivi responsabili della moria delle api. Delle 100 specie vegetali che forniscono il 90% del cibo nel mondo, 71 sono impollinate proprio dalle api

di Carlo Luciano

Meno tre. Tre dei più pericolosi insetticidi in circolazione sono stati eliminati. I rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea hanno approvato la proposta della Commissione di limitare l’uso di tre principi attivi (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, noti come neonicotinoidi), che – assicura l’Efsa (European Food Safety Authority) – sono dannosi per le api se usati in campo aperto. I Paesi che hanno votato a favore del divieto sono: Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Svezia, Grecia, Portogallo, Irlanda, Slovenia, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Malta, che rappresentano il 76,1% della popolazione dell’Ue. Quattro i Paesi contrari al divieto: Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca. Otto gli astenuti: Polonia, Belgio, Slovacchia, Finlandia, Bulgaria, Croazia, Lettonia e Lituania.
Dunque i tre neonicotinoidi sotto accusa saranno vietati in tutti gli usi all’aperto, ma potranno essere utilizzati nelle serre permanenti. Per il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis, “la salute delle api è importantissima dato che riguarda la biodiversità, la produzione alimentare e l’ambiente”. Secondo la Fao delle 100 specie vegetali che forniscono il 90% del cibo nel mondo, 71 sono impollinate dalle api.
Ma questa funzione, indispensabile per l’equilibrio naturale e per la nostra alimentazione, è oggi a rischio. Dal 1998 gli apicoltori in Europa hanno iniziato a notare un’insolita debolezza e mortalità degli sciami di api domestiche, in particolare in Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda e Italia, dovuta ad una serie di cause. Tra queste cause c’è il cambiamento climatico, che ha cambiato il ritmo di alternanza delle stagioni creando seri problemi alle api: l’uscita anticipata dal letargo rende più difficile trovare il cibo. Ma la minaccia più diretta è costituita dai neonicotinoidi: se entrano in contatto con queste sostanze molte api perdono il senso dell’orientamento e non riescono più a tornare all’alveare; quelle che tornano portano un carico inquinante che indebolisce tutto il gruppo rendendolo più esposto agli assalti delle malattie e dei parassiti.
“I danni dei neonicotinoidi sono ormai incontestabili”, dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace. “Bandirli è il primo passo verso una riduzione dell’uso di pesticidi sintetici e a sostegno della transizione verso metodi ecologici di controllo dei parassiti”. Oltre ai tre insetticidi in discussione, osserva Greenpeace, ce ne sono altri che costituiscono una minaccia per le api e altri insetti benefici. Tra questi quattro neonicotinoidi il cui uso è attualmente permesso nell’Unione europea (acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor, flupyradifurone) e sostanze come la cipermetrina, la deltametrina e il clorpirifos. Inoltre, per evitare che i tre insetticidi oggi vietati vengano sostituiti con altre sostanze chimiche che potrebbero essere altrettanto dannose, Greenpeace chiede che l’Ue bandisca l’uso di tutti i neonicotinoidi, come la Francia sta già considerando di fare.
“La decisione di oggi riduce i rischi ma non li elimina: è necessario continuare la battaglia affinché si arrivi al bando totale di queste sostanze”, aggiunge il Wwf. “Lasciando in commercio queste molecole per le produzioni in serra, infatti, non solo non si esclude il rischio di contaminazione dell’ambiente esterno, ma anche l’utilizzo illecito. È quindi urgente predisporre un sistema di controlli efficaci e prevedere sanzioni adeguate per chi non dovesse rispettare il divieto di utilizzo in campo aperto”.

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