Pesticidi, allarme di Bruxelles sull’effetto cocktail

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Commissione Ue: “l’esposizione a diverse sostanze chimiche ha portato a una riduzione della crescita fetale e a minori tassi di natalità”

La strategia dell’Ue sulle sostanze chimiche adottata lo scorso 14 ottobre punta ad affrontare gli effetti cumulativi e combinati delle sostanze chimiche, compresi i pesticidi. Per Bruxelles è un primo passo verso l’ambizione di inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche, come annunciato nel Green Deal europeo. La strategia sottolinea che, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti progressi significativi per colmare le lacune di conoscenza sull’impatto dell’effetto combinato delle sostanze chimiche, resta ancora molto lavoro da fare.

Esposizione prenatale

“Gli studi sul biomonitoraggio umano nell’Ue indicano un numero crescente di diverse sostanze chimiche pericolose nel sangue e nei tessuti del corpo umano, inclusi alcuni pesticidi e biocidi”. E’ quanto si legge nel documento messo a punto dalla Commissione Ue. In aggiunta, “l’esposizione prenatale combinata a diverse sostanze chimiche ha portato a una riduzione della crescita fetale e a minori tassi di natalità”. Diventa necessario accelerare il lavoro sulle metodologie per garantire la piena attuazione delle disposizioni esistenti.

Su quanto i pesticidi siano presenti nella strategia, Euractiv ha interpellato il commissario per l’ambiente Virginijus Sinkevičius.  Per lui, i pesticidi “dovranno essere prodotti e utilizzati in modo più sostenibile, poiché questo è l’obiettivo generale della strategia”. La legislazione europea richiede già alle autorità di regolamentazione di affrontare gli effetti cumulativi e sinergici di pesticidi e biocidi nelle valutazioni della sicurezza. Ma la strategia richiede ulteriori azioni in questo settore. Perché, ha spiegato, più pesticidi possono essere utilizzati contemporaneamente nei campi agricoli e anche perché più residui di pesticidi possono essere trovati su campioni alimentari.

Il rapporto annuale dell’Efsa

Un terzo del cibo consumato in Europa contiene residui di due o più pesticidi. E’ quanto evidenziato dal rapporto annuale pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) all’inizio di quest’anno. E si sta valutando una metodologia mirata per affrontare gli effetti cocktail combinati dei pesticidi.

Per la Commissione la strategia rappresenta “un’opportunità per rispondere alle legittime aspirazioni dei cittadini dell’Ue per un alto livello di protezione dalle sostanze chimiche pericolose e per promuovere l’industria dell’Ue come precursore globale nella produzione e nell’uso di sostanze chimiche sicure e sostenibili”. Inoltre “questa strategia rappresenta il necessario primo passo verso l’ambizione di inquinamento zero dell’Europa e i relativi obiettivi definiti nelle strategie di biodiversità e di Farm to Fork”, nel quadro generale del Green Deal.

Lo studio del Ramazzini

Un nuovo studio, curato da ricercatori di un team internazionale con sede nel Regno Unito, in Italia, Francia e Paesi Bassi, tra cui Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Istituto Ramazzini di Bologna, sostiene che le miscele di residui di pesticidi che si trovano comunemente negli alimenti nell’Ue possono avere effetti negativi sulla salute. E questo anche quando ogni singolo pesticida è presente a un livello considerato sicuro dalle autorità di regolamentazione. Come riporta il sito GmWatch, lo studio  ha anche scoperto che l’uso di tecniche di analisi molecolare note come “omiche” può rivelare effetti avversi sulla salute che non vengono rispettati dalle misure tossicologiche standard utilizzate per supportare le autorizzazioni normative dei pesticidi. Il nuovo studio non è stato ancora sottoposto a peer review ma è stato pubblicato sul sito di pre-stampa bioRxiv.

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