Micro giardini per la sicurezza alimentare

Per la Fao, l’orticoltura urbana e periurbana può aiutare le famiglie delle baraccopoli dei Paesi in via di sviluppo a sfamarsi

di Goffredo Galeazzi


Micro giardini nelle aree urbane per sfamarsi. Le città dei Paesi in via di sviluppo (Pvs) stanno crescendo su una scala senza precedenti. Dieci anni fa, circa il 40% della popolazione del mondo in via di sviluppo – 2 miliardi di persone – viveva nelle aree urbane. Da allora, il loro numero è arrivato a oltre 2,5 miliardi. Ciò equivale a quasi cinque nuove città delle dimensioni di Pechino ogni 12 mesi. Entro il 2025, più della metà della popolazione del mondo in via di sviluppo – 3,5 miliardi di persone – sarà urbana.

Mentre l’urbanizzazione in Europa e Nord America ha richiesto secoli, stimolata dall’industrializzazione e da costanti aumenti del reddito pro capite, nei Pvs avverrà nello spazio di due o tre generazioni. In molti di questi Paesi però, la crescita urbana è guidata non da opportunità economiche ma da alti tassi di natalità e da un massiccio afflusso di popolazioni rurali che cercano di sfuggire alla fame e alla povertà.

La maggior parte delle città in più rapida crescita del mondo si trovano in Paesi a basso reddito dell’Asia e dell’Africa con molti giovani. Entro il 2020, la percentuale della popolazione urbana che vive in condizioni di povertà potrebbe raggiungere il 45%, ovvero 1,4 miliardi di persone.

In tutto il mondo, si stima che un miliardo di persone viva in baraccopoli senza accesso ai servizi sanitari di base, acqua e servizi igienico-sanitari. Circa il 30% della popolazione urbana dei Pvs – 770 milioni di persone – è disoccupata o povera, con redditi al di sotto della soglia ufficiale di povertà. E spende la maggior parte del reddito per nutrirsi. Ciononostante i loro figli soffrono di malnutrizione. Per sopravvivere, milioni di abitanti delle baraccopoli hanno fatto ricorso alla coltivazione del proprio cibo su ogni pezzo di terra disponibile: nei cortili, lungo fiumi, strade e ferrovie. Micro giardini.

Micro giardini, una sfida da affrontare e vincere

Dunque la sfida da affrontare è guidare l’urbanizzazione dal suo percorso attuale, insostenibile, verso un nuovo concetto di città sostenibili e più verdi. Il concetto di “città verdi” – progettato per la resilienza, l’autosufficienza e la sostenibilità sociale, economica e ambientale – è infatti generalmente associato alla pianificazione urbana nei Paesi industrializzati. Suggerisce eco-architettura high-tech, greenways per biciclette e industrie a “circuito chiuso” a zero rifiuti.

Tuttavia, esiste anche nei Paesi a basso reddito. Lì, i principi fondamentali delle città più verdi possono guidare lo sviluppo urbano che garantisce sicurezza alimentare, lavoro e reddito dignitosi, un ambiente pulito. Una di queste soluzioni è l’orticoltura urbana e peri-urbana, micro giardini. Cioè la coltivazione di una vasta gamma di colture – tra cui frutta, verdura, radici, tuberi e piante ornamentali – all’interno delle città e delle aree circostanti. Si stima che 130 milioni di residenti urbani in Africa e 230 milioni in America Latina si impegnino nell’orticoltura, per fornire cibo per le loro famiglie o per guadagnare entrate dalle vendite.

Mentre i poveri delle aree urbane, in particolare quelli che arrivano dalle aree rurali, hanno da tempo praticato l’orticoltura come strategia di sostentamento e sopravvivenza, in molti Paesi il settore è ancora in gran parte informale, precario e talvolta illegale. Nell’ultimo decennio, tuttavia, molti governi (dalle metropoli in crescita dell’Africa ai barrios di Managua, Caracas e Bogotá) hanno cercato l’assistenza della Fao per rimuovere le barriere e fornire incentivi, input e formazione agli agricoltori a basso reddito.

Per aumentare l’offerta complessiva di prodotti orticoli alle città in via di sviluppo, la Fao promuove il “micro-giardinaggio”, ovvero la coltivazione intensiva di una vasta gamma di verdure, radici e tuberi ed erbe in piccoli spazi, come balconi, terrazze e tetti.

Questo sistema integra le produzioni orticoli con tecnologie rispettose dell’ambiente adatte alle città, come la raccolta dell’acqua piovana e la gestione dei rifiuti domestici. I micro-giardini consentono alle famiglie a basso reddito di soddisfare le loro esigenze quotidiane di vitamine, minerali e proteine vegetali fornendo ogni giorno l’accesso diretto alle verdure fresche e nutrienti. Offrono anche una fonte di entrate extra dalla vendita di piccole eccedenze.

Micro giardini, cosa possono produrre?

I micro-orti sono altamente produttivi e possono essere facilmente gestiti da chiunque – donne, uomini, bambini, anziani e disabili. Gli studi della Fao mostrano che un micro-giardino di un metro quadrato può produrre circa 200 pomodori (30 kg) all’anno, oppure 36 teste di lattuga ogni 60 giorni, oppure 10 cavoli ogni 90 giorni o 100 cipolle ogni 120 giorni.

E il fabbisogno idrico è modesto. In un anno un micro giardino di un metro quadrato consuma circa 1.000 litri di acqua, meno di 3 al giorno. Per garantire un regolare approvvigionamento idrico, si può convogliare l’acqua piovana verso lo stoccaggio attraverso un sistema di grondaie e tubi. Da un tetto di 20 mq, i coltivatori possono raccogliere 2.000 litri di acqua per ogni 100 mm di pioggia, sufficienti per la coltivazione per tutto l’anno di un micro-giardino di 2 mq.

Mantenere produttivi i micro giardini è anche abbastanza semplice. Possono essere concimati regolarmente, a costo zero, con compost prodotto da rifiuti organici domestici. I parassiti sono controllati con mezzi non chimici, per esempio con erbe aromatiche che respingono naturalmente gli insetti, come basilico, prezzemolo e menta.

Esempi già ci sono, il futuro dei micro-giardini

Con il sostegno della Fao, i governi e le autorità municipali hanno lanciato programmi di micro-giardini in diversi paesi dell’America centrale e meridionale: un programma a Caracas ha aiutato 10.000 famiglie dei poveri barrios della città a coltivare ortaggi a foglia, cavoli, zucca, pomodori e melanzane in micro-giardini. Più recentemente, i micro-giardini urbani sono stati introdotti in diversi paesi africani, tra cui Gabon, Namibia, Niger, Senegal e Ruanda.

I micro giardini sono particolarmente apprezzati dalle donne, che usano il reddito derivante dalle vendite di prodotti in eccedenza per migliorare il benessere delle loro famiglie. Studi condotti in Senegal hanno rilevato che circa il 35% dei prodotti è destinato al consumo domestico, mentre il resto viene venduto. Il reddito tipico da un micro-orto familiare di 10 mq varia da 15 a 30 dollari al mese.

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