I sussidi che minacciano la biodiversità

Erbicidi, insetticidi, fungicidi e fertilizzanti chimici ricevono un mucchio di soldi in agevolazioni fiscali, 750 milioni di euro. Briciole per l’agricoltura bio come denunciato da tempo da Cambia la Terra

di Goffredo Galeazzi


Prodotti fitosanitari (erbicidi, insetticidi, fungicidi, e altri) e fertilizzanti chimici ricevono un mucchio di soldi in agevolazioni fiscali e in sussidi diretti, quasi 750 milioni di euro. All’agricoltura biologica, al contrario, vanno le briciole dei sussidi ambientalmente favorevoli. A mettere nero su bianco i dati di quanto venga favorita l’agricoltura convenzionale rispetto alla produzione biologica, danneggiando la biodiversità, è il ministero dell’Ambiente con l’edizione 2017 del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad) e di quelli ambientalmente favorevoli (Saf). Una conferma di quanto è emerso anche dal Rapporto 2018 di Cambia la terra, progetto promosso da Federbio, con il sostegno di Isde, Legambiente, Lipu, Wwf.

I sussidi Sad infatti esercitano un forte impatto sulla biodiversità: dal cambiamento climatico ai gas serra, al cambiamento nell’uso del suolo, all’inquinamento, al sovrasfruttamento delle risorse. I sussidi comprendono gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni. I sussidi favorevoli sono stimati per il 2017 in 15,2 miliardi di euro, quelli dannosi in 19,3 miliardi.

Obiettivo del Catalogo è sostenere il Parlamento e il governo nella definizione delle politiche ambientali tese ad accogliere le raccomandazioni comunitarie e internazionali. Quest’ultima edizione identifica sussidi favorevoli stimati per il 2017 in 15,2 miliardi di euro, mentre quelli dannosi sono stimati in 19,3 miliardi.

Sussidi, l’aliquota ridotta del 10% per i fitosanitari

Ai prodotti fitosanitari utilizzati dalla agricoltura convenzionale si applica una aliquota Iva ridotta del 10% rispetto a quella ordinaria del 22%. Il che ha comportato una perdita di gettito fiscale – e quindi si tratta di un sussidio indiretto – di 191,23 milioni di euro nel 2015, 202,31 nel 2016 e di 206,35 milioni nel 2017. Sebbene l’agevolazione Iva secondo la Commissione europea non rappresenti un sussidio ma una aliquota differenziata, osserva sempre il ministero, la misura ha effetti economici e ambientali rilevanti.

L’agevolazione Iva per erbicidi, insetticidi e fungicidi, risulta un sussidio gravemente dannoso per l’ambiente (Sad) perché “favorisce gli effetti ambientali e sanitari associati al loro utilizzo e riduce lo stimolo di prezzo per un loro uso il più possibile circoscritto e limitato, a discapito di pratiche agricole biologiche”. Per questi prodotti, altamente nocivi per la salute umana e la biodiversità, si legge nel Rapporto, l’Iva “dovrebbe essere aumentata rispetto alla media, invece che ridotta”.

I danni provocati dai pesticidi

Tanti i danni provocati dall’utilizzo di prodotti fitosanitari. Un eccessivo uso di pesticidi “è associato ad una riduzione di specie e genetica dei micro-organismi del terreno (soil biota, la componente vitale del suolo) fondamentali per la regolazione dei cicli dei nutrienti e per ridurre lo sversamento dell’azoto nelle falde sotterranee”. Inoltre “è anche responsabile della riduzione di impollinatori e predatori di parassiti delle piante fondamentali per la produttività agricola, oltre che del declino della popolazione di uccelli, insetti ed anfibi”.

L’Iva agevolata al 4% (invece del 22%) per i fertilizzanti (escluso il biologico) ha comportato un forte calo delle entrate fiscali: 447,8 milioni di euro nel 2015, 494,94 mln nel 2016 e 534,53 mln nel 2017. Analoga aliquota Iva agevolata è applicata agli per organismi utili per la lotta biologica. Ma nonostante sia considerato un sussidio ambientalmente favorevole, qui siamo alle briciole: 24,62 milioni di euro nel 2015, 24,75 mln nel 2016 e 26,73 mln nel 2017. Anche i sussidi diretti all’agricoltura biologica rappresentano poca cosa: la misura 11 dei Piani di sviluppo rurale 2014-2020 ha assegnato 129,75 milioni di euro nel 2016, 317,93 milioni nel 2017 e addirittura una diminuzione a 244,65 milioni nel 2018.

Aumentano le emissioni di azoto

L’Iva agevolata per i fertilizzanti chimici fa aumentare le emissioni di azoto e quindi viene considerata ambientalmente dannosa. Al contrario l’Iva agevolata per i fertilizzanti utili alla lotta biologica consente una riduzione delle emissioni di azoto e preserva il biota del terreno.

Sono le attività produttive umane ad aver determinato un grandissimo incremento nelle emissioni globali di azoto, tra le più nocive per gli equilibri fisici degli ecosistemi. In particolare creano una minaccia ecologica l’uso di fertilizzanti chimici per incrementare la produttività delle aree agricole, le deiezioni negli allevamenti intensivi, la combustione di combustibili fossili e di biomassa. In particolare, nonostante una riduzione del 17,7% rispetto al 1990, il settore agricolo continua ad emettere circa 342,2 migliaia di tonnellate di azoto equivalente all’anno.

La tossicità per le specie, incluso l’uomo

Gli impatti diretti causati da un aumento del rilascio di azoto sugli ecosistemi sono, si legge nel Rapporto, “la tossicità per le specie (incluso l’uomo), l’eutrofizzazione, l’acidificazione e l’aumento di vulnerabilità ad altri fattori di stress, perdita di specie sensibili, l’omogeneizzazione genetica delle specie vegetali”. Allo stesso modo un eccesso nell’uso di pesticidi è associato ad una riduzione di specie e genetica dei micro-organismi del terreno (soil biota) fondamentali per la regolazione dei cicli dei nutrienti e per ridurre lo sversamento dell’azoto nelle falde sotterranee. Un uso eccessivo di pesticidi è anche responsabile della riduzione di impollinatori e predatori di parassiti delle piante fondamentali per la produttività agricola oltre che del declino della popolazione di uccelli, insetti ed anfibi. Il riconoscimento di questi effetti negativi sulla biodiversità trova conferma in alcuni indicatori obbligatori di monitoraggio presenti nel Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, quali l’indice di popolazione di uccelli sensibili ai fitosanitari e la mortalità di impollinatori causati dall’uso di pesticidi.

 

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