Da Carmignano a Vallarsa, le esperienze dei Comuni liberi da pesticidi

Cinque storie esemplari dell’Italia che cambia rotta sulla gestione del verde urbano e dei campi coltivati dell’area comunale.

di Redazione


Cinque storie esemplari dell’Italia che cambia rotta sulla gestione del verde urbano e dei campi coltivati dell’area comunale. Uno spaccato di una piccola pattuglia di circa 70 amministrazioni comunali che vuole proteggere la salute dei cittadini e dell’ambiente coltivando prodotti di qualità. Ecco, le loro storie.

Belluno e l’espansione del Prosecco

Minacciato dall’espansione della Docg del prosecco, il Comune ha accolto le richieste avanzate dai cittadini, proibendo l’uso dei diserbanti di sintesi nelle aree verdi cittadine e avviando la graduale riduzione dell’uso di pesticidi nelle zone vicine alle abitazioni.

Il cammino che ha portato, nel settembre 2016, all’approvazione del regolamento per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura da parte del Comune di Belluno è iniziato con una mobilitazione popolare, promotrice della Campagna “Liberi dai veleni”. All’origine della mobilitazione vi era la preoccupazione per la possibile importazione nel bellunese del modello di agricoltura intensiva (vite, ma anche meleti) utilizzato nelle province limitrofe e, quindi, del relativo carico di pesticidi. Si tratta, tra l’altro, di un territorio a forte vocazione turistica e interessato dal progetto del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi di istituire un distretto biologico, fondato sulla pluralità delle colture, sull’allevamento bovino e sulla tutela della biodiversità.

Di segno opposto il fenomeno che si sta invece verificando nel territorio bellunese. In questi anni, l’intero comprensorio risulta essere particolarmente attrattivo per la produzione del prosecco e oggetto di attenzione – grazie ai prezzi più contenuti degli appezzamenti di terreni agricoli – anche da parte dei produttori delle province di Treviso e Trento, dove il valore dei terreni e molto più alto, interessati ad acquisire nuovi spazi. Si tratta di un fenomeno peraltro favorito dalla decisione della Regione Veneto di estendere alla provincia di Belluno l’area del Prosecco Doc.

In questo contesto, assume particolare valore il regolamento approvato nel 2016 dal Consiglio comunale di Belluno e riguardante l’intero territorio comunale, aree agricole comprese. L’obiettivo e ridurre gradualmente l’uso di pesticidi fino a eliminarli nelle aree pubbliche comunali e promuoverne l’eliminazione anche nelle aree private con accesso pubblico e nelle zone agricole vicine alle abitazioni. Per quanto riguarda le aree pubbliche urbane, il regolamento vieta l’uso di diserbanti chimici di sintesi.

Carmignano e il semaforo rosso al glifosato

Metodi bio per la gestione del verde cittadino, divieto di utilizzo del glifosato in agricoltura e impegno per il distretto bio entro il 2020: questi gli assi dell’impegno comunale. Convertire la superficie agricola utile adottando pratiche biologiche, biodinamiche e naturali e liberando il territorio dall’utilizzo dei pesticidi, a cominciare dal glifosato, oggetto di bne tre ordinanze di divieto. Questi gli obiettivi che Carmignano, comune di 15mila abitanti in provincia di Prato, punta a raggiungere entro il 2020, dando vita a un distretto biologico.  In pratica un territorio in cui agricoltori, cittadini, amministratori pubblici stringono un patto per la gestione sostenibile delle risorse secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia e nel quale sostenibilità ambientale, sviluppo economico e salute vadano di pari passo. Già da anni l’amministrazione di Carmignano lavora per la tutela dell’ambiente e il benessere dei cittadini: il regolamento sulla gestione del verde pubblico e privato adottato nel 2015 ha vietato l’utilizzo nei parchi, nei giardini ed in generale in tutti gli spazi verdi, di diserbanti chimici prevedendo invece l’uso di metodi e prodotti esclusivamente biologici. Nel caso in cui sia necessario il ricorso a sostanze fitosanitarie, la normativa obbliga all’uso di prodotti contenenti i principi attivi meno tossici, classificati come “irritanti” o “non classificati”, vietando i prodotti classificati come “molto tossici”, “tossici” e “nocivi”.

Per quanto riguarda le aree verdi private il Regolamento obbliga a monitorare la presenza di parassiti attraverso osservazione diretta, piante “spia” ovvero strumenti tecnici quali trappole a ferormoni, limitando gli interventi fitosanitari ai soli casi di possibile superamento della soglia di danno. Da preferire l’adozione di strategie di difesa e lotta biologica. Inoltre, nelle aree all’interno dei centri abitati, è vietato l’uso dei prodotti fitosanitari molto tossici e tossici, privilegiando l’impiego di prodotti biologici o comunque ad alta tollerabilità. Accanto a questo strumento di controllo sull’area urbana, il Comune ha emanato ben tre ordinanze nel tempo per vietare su tutto il territorio l’utilizzo di glifosato nei campi: si tratta di un provvedimento importante, che fornisce una vera e propria guida per la gestione di una sostanza che lo Iarc- Istituto ricerca dei tumori ha immesso nella lista delle sostanze cancerogene. Vero fiore all’occhiello dell’amministrazione è il progetto “Carmignano 2020. Rigenerazione agricola e tutela ambientale”, che prevede l’attivazione di uno Sportello Verde a disposizione degli agricoltori che hanno bisogno di informazioni utili per trattare in modo sostenibile il proprio terreno.

Melpignano, al biologico si associa il sociale

Biologico e sociale: terreni per gli orti a patto che non si usi chimica di sintesi. E a controllare la crescita di aiuole e siepi ci pensa l’asino Geo. Attenzione all’ambiente e valenza sociale sono le cifre che hanno connotato l’azione del Comune di Melpignano in materia di biodiversità e sostenibilità. Già nel regolamento adottato nel 2015, l’amministrazione prevedeva la possibilità di concedere terreni a giovani, disoccupati, inoccupati e cassaintegrati per la realizzazione di orti, a patto che su questi terreni non fossero utilizzati pesticidi e diserbanti e al tempo stesso fosse utilizzata almeno una varietà di piante autoctona, proprio al fine di reintrodurre la biodiversità agricola tradizionale.

Per quanto riguarda la gestione del verde nelle aree pubbliche l’amministrazione comunale nel 2016 ha fatto partire “Integrare con Geo”. Il progetto prevedeva l’aiuto di un asino, Geo appunto, che assolve al ruolo di “tosaerba” per le aiuole e per gli spazi pubblici del comune. Una soluzione inedita: Geo ha fatto risparmiare parecchie spese alle comunità, facendo sentire utile chi è ai margini, realizzando una gestione sperimentale e sostenibile delle aree verdi, urbane e naturali e aiutando a ridurre l’uso dei pesticidi. Il progetto ha coinvolto anche alcuni migranti residenti a Melpignano che hanno aiutato gli operatori locali nel prendersi cura dell’animale.

Tollo, se inquini, paghi

Solo bio nel centro abitato. E se un campo convenzionale contamina un vicino biologico, paga una sanzione che arriva fino a 1.000 euro. Tollo è stato uno dei primi centri in Abruzzo a regolamentare in materia di pesticidi. Obiettivo primario del Regolamento Intercomunale di polizia rurale approvato assieme al Comune di Canosa, quello di rendere gli agricoltori più consapevoli sull’impiego di concimi e prodotti fitosanitari nelle coltivazioni e soprattutto farne gli attori principali nella conservazione del territorio e dell’ambiente.

Protezione della popolazione e rispetto del principio di precauzione sono i due elementi chiave del Regolamento approvato nel 2018 che vieta l’utilizzo di prodotti fitosanitari consentendo invece solo metodi biologici nei centri abitati, nelle aree protette, in quelle a elevata protezione come parchi e giardini pubblici, campi sportivi, marciapiedi e piste ciclabili e nelle aree extra agricole.  Per quanto riguarda le aree agricole, l’amministrazione di Tollo ha posto particolare attenzione alla tutela dell’agricoltura biologica: in caso si verifichino contaminazioni di fitofarmaci da campi coltivati in maniera convenzionale su terreni bio sono previste sanzioni fino a 1.000 euro, oltre alla responsabilità per eventuali danni alle colture e alla qualità del suolo

Se l’obiettivo dell’amministrazione di Tollo è di arrivare a convertire l’intero territorio a metodi di coltivazioni interamente biologici, si tratta di un traguardo da raggiungere gradualmente utilizzando vari strumenti, ad esempio, incentivando con sconti fiscali le produzioni biologiche.  In tal senso le indicazioni contenute nel Regolamento consentiranno di salvaguardare il territorio costituendo una leva per favorire un turismo di qualità e attento all’ambiente in grado di generare ricadute positive sull’economia locale.

A Vallarsa dove si coltiva e alleva solo bio

Nel comune è permesso coltivare o allevare solo con metodi bio. Chi vuole fare diversamente deve dimostrare di non inquinare e attivare una polizza assicurativa per gli eventuali danni. Particolarmente interessante e l’esperienza portata avanti a Vallarsa, piccolo centro della provincia di Trento che è riuscito a definire un regolamento ‘rivoluzionario’ ma replicabile anche in altre realtà.

Se la popolazione di Malles – vero e proprio ‘pioniere’ del superamento dei metodi convenzionali – si è mobilitata sulla base del principio di precauzione, nel caso di Vallarsa si è voluto andare oltre, cercando di ristabilire anche un altro principio: quello del “chi inquina paga”. Oggi, infatti, sono gli agricoltori che utilizzano metodi di coltivazione biologici a doversi certificare sostenendo costi aggiuntivi per dimostrare di non inquinare. Per ribaltare questo meccanismo, il consiglio comunale di Vallarsa, nel marzo 2014, ha adottato un regolamento secondo il quale nel territorio del comune si può coltivare o allevare solo seguendo metodi biologici. Coltivazioni e allevamenti condotti con metodi diversi sono consentiti, ma a certe condizioni. In pratica, ribaltando il principio generalizzato, sono le aziende che adottano metodi convenzionali a dover dimostrare di non utilizzare prodotti dannosi per l’ambiente e per la salute, certificando le sostanze usate. In assenza di questa certificazione, l’agricoltore convenzionale deve attivare una polizza assicurativa per il risarcimento di spese e danni cagionati a terzi in conseguenza dell’inquinamento causato dalla sua attività. La polizza deve coprire un periodo di almeno 10 anni a partire dall’anno in cui avviene la coltivazione o si pratica l’allevamento per le coltivazioni standard e 20 anni per coltivazioni/allevamenti che utilizzano Ogm. In alternativa, l’agricoltore può scegliere di rilasciare una fideiussione a favore del Comune, a tutela dei danni che potrebbero derivare alla popolazione, generazioni future comprese, dall’immissione nell’ambiente delle sostanze tossiche utilizzate. Il regolamento prevede anche una sanzione – 152 euro al mese per ettaro – per chi non rispetta le regole. La fideiussione deve avere un importo pari ad almeno 1.000 euro per ettaro o frazione di ettaro o equivalente Uba, nel caso di coltivazioni e allevamenti standard, e ad almeno 20.000 euro, qualora siano utilizzati Ogm.

La lista dei 65 Comuni che hanno norme per limitare l’uso di pesticidi

Ed ecco la lista dei 65 Comuni italiani che entro la metà dello scorso anno avevano attivato norme e regolamenti per incentivare l’utilizzo di metodi biologici sia nella gestione del verde in area urbana che nelle zone agricole circostanti.

Bolzano; Malles (Bz); Trento; Faedo (Tn); Malosco (Tn); Vallarsa (Tn); Pinerolo (To); Volvera (To); Varese; Barge (Cn); Cervasca (Cn); Morozzo (Cn); Robilante (Cn); Savigliano (Cn); Lozzolo (Vc) ; Verona; Caldiero e Negrar (Vr); Belluno; Feltre (Bl) ; Limana (Bl); Conegliano (Tv); Mareno di Piave (Tv); Mogliano Veneto (Tv); Pieve di Soligo (Tv); Ponte di Piave (Tv); San Zenone (Tv); Valdobbiadene (Tv); Comuni della Franciacorta (Bs), Bastida Pancarana (Pv); Occhiobello (Ro); Badia Tebalda (Ar); Sestino (Ar); Palazzuolo sul Senio (Fi); Citerna (Pg); Tollo (Ch); Canepina (Vt); Caprarola (Vt) ; Carbognano (Vt); Corchiano (Vt); Gallese (Vt); Vignanello (Vt); Fermignano (Pu); Conca della Campania (Ce); Serino (Av); Casalduni (Bn); Guardia Sanframondi (Bn); San Lupo (Bn); Noci (Ba); Corigliano d’Otranto (Le); Salice Salentino (Le); Petrosino (Tp); Ragusa ; Sorrandile (Or); Villacidro (Vs).

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