Vino e pesticidi: è allarme Parkinson

L’intera popolazione delle regioni agricole francesi, in particolare quelle viticole, risente dell’uso di fitofarmaci in agricoltura. Lo testimonia un nuovo studio epidemiologico

di Goffredo Galeazzi


Lo studio è allarmante. In Francia il rischio di malattia di Parkinson associato ai pesticidi non è limitato ai soli agricoltori. L’intera popolazione delle regioni agricole, e in particolare delle regioni viticole, ne risentirebbe: anche i residenti. Lo testimonia uno studio epidemiologico nazionale pubblicato martedì. Con oltre 150.000 persone colpite, il morbo di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa in Francia, dopo l’Alzheimer. E dal 2012 Parigi lo riconosce come malattia professionale degli agricoltori.

L’aumento dell’incidenza del Parkinson nelle aree agricole è stato osservato “anche dopo l’esclusione degli agricoltori”, si legge nell’editoriale del Weekly Epidemiological Bulletin (BEH) pubblicato in occasione della giornata mondiale dedicata a questa patologia neurodegenerativa.

La spiegazione va ricercata nell’uso significativo di insetticidi, fungicidi ed erbicidi che, in queste aree, espone al rischio anche i residenti.  “Il 90% di pesticidi viene utilizzato in agricoltura, con un rischio più elevato del Parkinson dell’ordine del 10% tra gli agricoltori”, afferma la neurologa Marie Vidailhet nell’editoriale del bollettino a cura dell’agenzia sanitaria Santé publique France. Dal 2012, ricordiamo, il Parkinson è riconosciuta come malattia professionale degli agricoltori.

“L’associazione più forte è stata osservata per le aree con la più alta percentuale di terreni agricoli dediti alla viticoltura, con un’incidenza della malattia maggiore del 10% rispetto alle aree senza viticoltura”, notano gli autori dopo un’analisi effettuata su 69.000 casi verificatisi nella Francia metropolitana nel periodo 2010-2012. Questa associazione si trova in uomini e donne, nonostante “gli uomini siano più coinvolti nell’applicazione dei pesticidi”; e l’incidenza di nuovi casi della malattia è aumentata gradualmente con l’aumento della percentuale di terreni agricoli utilizzati. “Questi risultati giustificano la sorveglianza del morbo di Parkinson tra gli agricoltori, che costituiscono circa il 5% della popolazione, e richiedono ulteriori studi sul ruolo dell’esposizione non professionale nella popolazione generale”, sostiene Marie Vidailhet.

Gli autori osservano che il rischio potrebbe essere maggiore di quanto stimato a causa della sotto diagnosi tra le popolazioni più anziane. La malattia colpisce circa 2 donne su 1.000 e 3 uomini su 1.000. Alla fine del 2015, il numero di pazienti trattati con Parkinson era di circa 160.000, con 25.000 nuovi casi all’anno, e il 17% dei nuovi casi aveva meno di 65 anni. Utilizzando un modello statistico che tiene conto dell’aumento dell’aspettativa di vita e delle proiezioni della popolazione francese nel 2030 e assumendo un’incidenza costante, gli autori stimano che il numero di pazienti di Parkinson aumenterà del 56% nel 2030 rispetto al 2015, colpendo una persona su 120 sopra i 45 anni.

La viticoltura è una delle colture che consumano più pesticidi: nel 2000 rappresentava il 3% della superficie agricola utilizzata (Sau) e consumava il 20% del totale dei fitofarmaci, principalmente a causa dell’uso massiccio di fungicidi e insetticidi.

 

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