Un “super trilogo” per una svolta sulla Pac

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La presidenza di turno portoghese vuole un incontro ad hoc per arrivare a una svolta nell’iter per la riforma della nuova politica agricola comune

Un “super trilogo” per una vera svolta in materia di Pac, la politica europea al centro di un contenzioso tra le forze conservatrici che difendono i vecchi assetti agrari e una Commissione orientata a una svolta green. Lo ha annunciato, secondo quanto riportato da Euractiv, la ministra dell’Agricoltura portoghese Maria do Céu Antunes. La rappresentante del Paese presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europa ha intenzione di convocare entro la fine di marzo una riunione negoziale congiunta con tutti e tre i relatori del Parlamento europeo per cercare di implementare i colloqui sulla politica agricola comune.

Presidenza portoghese che ha tra l’altro pubblicato poche settimane fa il “documento quattro colonne”, un documento, finora segreto, usato durante i triloghi per trovare l’accordo finale su una direttiva o un regolamento europeo.La Pac è infatti attualmente in questa fase di trilogo, cioè nell’ultimo stadio della procedura legislativa ordinaria, in cui si confrontano e cercano una sintesi Consiglio, Parlamento e Commissione Ue.

Il fascicolo Pac è suddiviso in tre atti legislativi, che trattano specificamente di piani strategici, governance orizzontale e organizzazione comune dei mercati della politica agricola dell’UE. Sebbene la presidenza portoghese sia l’unico interlocutore in ogni fascicolo, il Parlamento europeo è rappresentato ai colloqui da un negoziatore per ciascun fascicolo che conduce negoziati separati.

Secondo la Presidenza portoghese, è necessario per questo motivo un “super trilogo” per una valutazione globale e sistematica dei tre regolamenti che compongono la riforma della Pac. L’incontro dovrebbe tenersi dopo il prossimo Consiglio europeo Agrifish, su agricoltura e pesca, in programma per il prossimo 22 marzo.
Il Portogallo sembra fortemente orientato a lasciare un segno su questo tema cruciale, a dare un impulso al dialogo tra le istituzioni. Resta da vedere se Lisbona riuscirà nel suo intento prima del cambio di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, che a giugno passerà alla Slovenia.

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