Elezioni europee, ecco quanto bio c’è nei programmi elettorali

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A un giorno dal voto per le Elezioni europee 2024, può essere utile fare un breve, ma importante, riassunto su quanto i partiti che si candidano a queste elezioni propongono per l’agricoltura biologica. Un tema fondamentale per il futuro. C’è un punto su cui tutti i partiti convergono: il ruolo centrale dell’agricoltura per affrontare le sfide create dal cambiamento climatico, di cui l’agricoltura stessa è vittima.

Ma vediamo – in ordine alfabetico – quale tipo di agricoltura vogliono i principali partiti candidati alla guida del Parlamento europeo per i prossimi 5 anni. 

ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Per la coalizione tra Verdi e Sinistra Italiana il futuro dell’agricoltura si basa su un sistema che produce cibo sicuro e di qualità, escludendo pesticidi e OGM, e promuovendo filiere corte e agricoltura biologica. Chiedono una riforma della PAC che destini i fondi in modo più efficace, basandosi su criteri sociali e ambientali anziché solo sulla superficie coltivata. 

Gli altri punti sono: sostegno alle strategie Farm to Fork e Biodiversity; accelerare la transizione verso modelli di produzione agroecologica tramite contratti di transizione e pagamenti per servizi ambientali; eliminare gradualmente pesticidi, antibiotici e ormoni entro il 2030 vietando l’uso del glifosato e altri prodotti chimici tossici; etichettare gli OGM per mantenere il diritto dei Paesi membri di vietarne la coltivazione; investire in tecnologie avanzate per migliorare la sostenibilità e l’efficienza agricola.
Ma non solo. La coalizione sostiene anche gli incentivi all’alimentazione vegetale e l’eliminazione graduale dei finanziamenti agli allevamenti intensivi.

 

FORZA ITALIA
Per il partito fondato da Silvio Berlusconi si deve passare da un Green Deal “ideologico” a un Green Deal “realistico”. L’attacco al Green Deal è meno netto rispetto alle posizioni degli altri due partiti della coalizione di governo. Si insiste sui finanziamenti per facilitare gli sforzi ambientali degli agricoltori, incentivandoli a operare in modo più sostenibile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Foza Italia riconosce la necessità di rafforzare le misure contro la siccità, ma non dice come.
Forza Italia parla anche delle nuove biotecnologie agrarie (TEA) chiedendone il riconoscimento.

 

FRATELLI D’ITALIA

Fratelli d’Italia dedica il secondo capitolo del programma all’agricoltura. Ma non c’è il termine “biologico”. E sulla transizione ecologica prevalgono le critiche. Da una parte l’agricoltura viene considerata una risorsa preziosa per far fronte alla crisi climatica e viene riconosciuto il suo ruolo fondamentale nella conservazione e protezione del territorio e nel garantire prodotti di qualità. Dall’altra si accusa il Green Deal di aver preso di mira il settore agricolo.


Nel programma compare anche la necessità di rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori. Ed è netto l’attacco alle norme sul ripristino della natura accusate di penalizzare l’agricoltura e l’allevamento. 

Le altre battaglie che FdI promette di portare avanti sono quelle contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici, contro l’adozione obbligatoria di sistemi di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari (come il Nutriscore) che penalizzano le eccellenze italiane e la dieta mediterranea.

 

LEGA
Anche qui l’attacco alla transizione ecologica è chiaro. La Lega promette che come primo atto della prossima legislatura europea lavorerà per il superamento dell’attuale Green Deal, affinché si torni al “buon senso” con obiettivi e tempistiche realistici, e affinché sia sostenibile per famiglie e imprese. Si parla di sostenibilità, ma intesa come capacità delle aziende di essere efficienti nel ciclo produttivo e nell’utilizzo delle risorse naturali. Oltre agli investimenti in innovazione, la Lega vuole modificare le direttive ambientali, considerate non un’opportunità, ma un ostacolo.

 

LISTA SIAMO EUROPEI
Salta subito all’occhio la critica alla Farm to Fork, definita come irrealizzabile. Per questo la coalizione nata attorno ad Azione di Calenda suggerisce di ridiscutere gli obiettivi intermedi della strategia e indica come soluzione l’accelerazione e l’implementazione delle Nuove tecniche genomiche (TEA, Tecniche di Evoluzione assistita) per ottenere colture più resistenti alla siccità e alle malattie.
Tra i temi affrontati, quello del reddito degli agricoltori che risulta essere circa la metà rispetto al salario medio dell’UE. Fondamentale invertire il meccanismo di formazione dei prezzi, dando maggior potere contrattuale agli agricoltori, per garantire una giusta redistribuzione del valore su tutta la filiera e un prezzo accessibile per il consumatore.
 
Tra gli altri temi: abbassare l’età media degli agricoltori italiani portando dal 3% al 5% la quota di fondi PAC destinati ai pagamenti diretti per i giovani agricoltori; armonizzare le informazioni di carattere nutrizionale per dare indicazioni chiare al consumatore, introdurre programmi di educazione all’alimentazione nelle scuole, per ricreare un legame tra il cittadino e l’agricoltore.

 

LISTA STATI UNITI D’EUROPA
La Lista Stati Uniti d’Europa (nata dall’intesa di +Europa, Italia Viva e altri sei partiti) riconosce il ruolo centrale dell’agricoltura per affrontare le principali sfide del nostro tempo. Ma al di là di questa affermazione di principio è esplicitato poco o nulla: si rimanda alle linee strategiche offerte da Mario Draghi. Si dice che il programma economico della Lista vuole realizzare quello che l’ex capo del governo ha proposto al Paese e all’Europa.

L’articolo di Mario Draghi linkato parla di un radicale cambio di paradigma: bisogna passare da un’Europa dei trasferimenti, in grado solo di allocare risorse agli Stati nazionali in tensione competitiva tra loro, a un’Europa degli investimenti, in grado di investire direttamente su un’economia che poggia su grandi punti di forza: la pace e la stabilità interna, il mercato unico più grande del mondo, una moneta unica e forte. 

 

MOVIMENTO 5 STELLE

È sicuramente uno dei programmi più articolati in campo agro-ecologico. Per il M5S è inevitabile nonché vitale avviare una reale conversione agricola, che deve essere sociale ed ecologica, quindi equa e concreta, e sostenere sistemi che arricchiscono la vita del suolo e quella delle comunità.

I Cinque stelle fanno loro il concetto di “One Health”, considerato nei prossimi cinque anni il principio cardine da utilizzare quando si approcciano temi come salute e benessere delle persone, degli animali, della natura e dell’ambiente.  

Parlano inoltre della necessità di aumentare le aree protette e ripristinare gli ecosistemi degradati; dell’importanza di un uso sostenibile dei pesticidi per limitare i rischi per la salute umana, ambientale e animale; della necessità di applicare il principio di precauzione su OGM e glifosato; di azzerare il consumo netto di suolo entro il 2050 e proteggere il suolo come risorsa essenziale investendo nella riconversione di aree urbanizzate o compromesse; della necessità di incrementare investimenti nelle infrastrutture idriche per migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua.

 

PARTITO DEMOCRATICO
Il Partito democratico mette in chiaro che “la nostra priorità è accompagnare la transizione dalle pratiche intensive verso pratiche agricole sostenibili. Questo significa non solo promuovere l’agricoltura biologica, ma anche ridurre drasticamente l’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici che minacciano la nostra salute e l’ambiente e il benessere animale”.

Spiega quindi che è necessaria una riforma sistemica della Politica Agricola Comune che deve essere più verde per promuovere pratiche agricole più sostenibili. Strumenti necessari anche per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. L’agricoltura può e deve diventare protagonista della transizione ecologica, ma deve essere resa conveniente. Per questo sono necessarie più risorse, ricerca e politiche per l’innovazione e per ridurre gli impatti negativi sul Pianeta. Pieno sostegno alla Farm to Fork e all’introduzione di un Fondo speciale per la transizione che sostenga chi innova sul piano tecnologico-scientifico e per strumenti mirati all’accesso al credito per giovani e donne.

Altro tema caro all’agricoltura biologica – sottolinea il Pd- è “il giusto prezzo dei prodotti agricoli”, perché nessuna azienda può sostenersi se costretta a vendere a prezzi più bassi dei costi di produzione.