“Se esci da questo cancello brucerai dal caldo”. Siamo in Africa, nel sud del Kenya, nella contea di Kajiado, dove la crisi climatica sta già avendo conseguenze devastanti per milioni di persone. A raccontarlo è un reportage di Martina De Polo, pubblicato da Internazionale, che da quel recinto traccia un dentro e fuori. Dentro c’è una fattoria dove sono stati piantati alberi e si vive meglio grazie a una leggera brezza, fuori il caldo torrido. Alberi piantati grazie al progetto BASIL – Benessere Agricoltura Sviluppo Inclusione Lavoro della ONG Amici dei Popoli, con l’obiettivo di avviare al lavoro in ambito agricolo 40 donne della comunità Masai. Una cooperazione che punta sull’agricoltura biologica per contrastare l’emergenza ambientale e sostenere l’empowerment femminile.
Una comunità che sta pagando a caro prezzo il cambiamento climatico, pur non essendone responsabili. In quell’area – raccontano le coordinatrici del progetto – da tre anni non piove. L’erba non cresce, di conseguenza non c’è cibo per nutrire mucche, capre, pecore che sono la fonte primaria di cibo, ma anche di pelle per coprirsi e di guadagno per mandare a scuola i figli. Le colture scarseggiano, non crescono più piante di fagioli, mais, patate, e la carestia si fa sempre più grave.
Ma è quella leggera brezza che dona speranza alla comunità e che dimostra come la natura sia la prima alleata per contrastare i difficili cambiamenti climatici. Alberi e colture nel rispetto del suolo e dell’ambiente, donne impegnate in un circolo virtuoso che le aiuta a ripristinare un ecosistema favorevole, ma anche a emanciparsi dal ruolo di mogli e di madri, limitato alla cura della casa, dei figli e del bestiame, senza alcun diritto. Un cambiamento che permette loro di imparare un mestiere, di ottenere una propria fonte di guadagno e di avere voce in capitolo. Grazie al loro impegno nell’agricoltura sostenibile possono contribuire allo sviluppo della propria comunità in modo nuovo e significativo.
*credits foto Amici dei popoli