L’EEA: “Ancora troppi farmaci negli allevamenti”

allevamenti intensivi

L’uso di antimicrobici è diminuito, ma non in misura sufficiente: i rischi restano alti

Nonostante i passi in avanti fatti dall’Europa nel ridurre l’uso di farmaci antimicrobici negli animali d’allevamento e nell’acquacoltura, meno 28% dal 2018 al 2022, un recente briefing pubblicato dall’ European Enviroment Agency (EEA) mette in evidenza la persistenza dei residui antimicrobici nell’ambiente, con possibili rischi per gli ecosistemi e la salute umana.

Il documento dell’EEA, “Veterinary antimicrobials in Europe’s environment: a One Health perspective, analizza l’uso di antimicrobici negli animali destinati alla produzione alimentare e il loro impatto sull’ambiente. Una dei principali problemi è la dispersione di residui antimicrobici nell’ambiente, che può avvenire attraverso il letame e i fanghi di depurazione utilizzati come fertilizzanti agricoli. Inoltre, gli antimicrobici somministrati ai pesci d’allevamento possono contaminare i sistemi acquatici.

Ma il problema non si ferma qui. La presenza di residui antimicrobici e di batteri resistenti agli antimicrobici nell’ambiente può contribuire alla diffusione della resistenza antimicrobica (AMR), una minaccia sempre più grave per la salute pubblica. Secondo il briefing, le infezioni resistenti agli antimicrobici causano oltre 35.000 morti all’anno nei Paesi dell’Unione europea. Ridurre questa minaccia richiede una comprensione approfondita della presenza di questi composti nell’ambiente e dei loro effetti.

Per questo il briefing sottolinea l’importanza di un approccio “One Health”, che considera strettamente l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale. È necessaria una collaborazione integrata tra diverse agenzie e istituzioni per prevenire, individuare e rispondere alle minacce sanitarie, riducendo al contempo le pressioni sull’ambiente.

In conclusione, monitorare attentamente gli antimicrobici nell’ambiente è cruciale per affrontare le sfide della resistenza antimicrobica e proteggere la salute umana e l’ecosistema. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo possiamo garantire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.