Glifosato, ora la palla passa alla Commissione Ue

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Niente accordo dei Paesi Ue nel Comitato d’appello: la Commissione deciderà sul rinnovo entro il 15 dicembre

Ancora un’occasione persa sul glifosato. Neanche nella votazione in sede di Comitato d’appello gli Stati membri hanno raggiunto una maggioranza qualificata sul rinnovo o meno dell’utilizzo dell’erbicida.

La mancata decisione di oggi ripropone un copione andato in scena già lo scorso 13 ottobre nella votazione dello Scopaff (Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi): era mancata la maggioranza necessaria per rinnovare (o respingere) la proposta.

La maggioranza qualificata si ottiene quando a votare a favore di una proposta è il 55% degli Stati membri (ovvero 15 Stati su 27), che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Ue. Ai fini del raggiungimento della maggioranza qualificata, astensione o voto contrario si equivalgono. Da registrare il cambio di posizione dell’Italia che si è astenuta (insieme ad altri sei Paesi, tra cui Francia e Germania), mentre a ottobre aveva votato a favore del rinnovo.

“Questo è un giorno triste per l’Europa, poiché si è persa l’occasione di vietare un erbicida che comporta rischi per la salute ed effetti tossici sull’ambiente che non possono più essere ignorati”, dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Il governo italiano ha ora il dovere di fare il possibile a livello nazionale per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente dal quale tutti noi dipendiamo”.

A questo punto, come prevedono le normative europee, sarà la Commissione Ue a decidere entro il 15 dicembre se rinnovare o meno per altri 10 anni l’autorizzazione per l’impiego del glifosato nella Ue.

In pratica la Commissione Ue deciderà anche senza un via libera da parte dei governi che in questo modo saranno in parte sollevati dalle responsabilità di una decisione controversa, resa particolarmente difficile dalla crescente opposizione all’impiego di questo erbicida da parte dei cittadini. Lo dimostrano le oltre 120 mila firme di cittadini che hanno chiesto di non rinnovare l’autorizzazione a questo erbicida raccolte da Greenpeace Italia.