Nel 2022 il bio è ripartito alla grande, ora bisogna sostenerlo

sana 2023

Maria Grazia Mammuccini: “Fondamentale affiancare gli agricoltori con formazione, innovazione e ricerca per affrontare le sfide del futuro. L’agroecologia è la via maestra”.

Tra i protagonisti della trentacinquesima edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale, SANA, appena conclusa, c’è “Rivoluzione Bio 2023”, ovvero gli Stati generali del biologico, frutto della collaborazione tra FederBio, AssoBio e Nomisma.

È in questa occasione che Nomisma, come ogni anno, ha presentato i dati cruciali sull’andamento del biologico in Italia, confermando una crescita costante del settore. Le vendite di cibo bio in Italia hanno superato infatti i 5,4 miliardi di euro, segnando un aumento del 9% rispetto a luglio 2022.

A trainare la crescita del mercato anche quest’anno sono i consumi fuori casa che sfiorano 1,3 miliardi di euro, segnando una crescita del +18% rispetto al 2022, anche se va evidenziato che dipende soprattutto dal balzo in avanti dei prezzi più che all’aumentare delle occasioni di consumo. Fondamentale però è la ripresa dei consumi domestici che, dopo la leggera flessione dello scorso anno, –0,8%, hanno una sensibile variazione positiva, +7%. Anche in questo caso la crescita è da collegare soprattutto alla spinta inflazionistica dell’ultimo anno.

Faro acceso anche sulle motivazioni che spingono il consumatore a scegliere bio: il 27% lo fa perché ritiene i prodotti biologici più sicuri per la salute rispetto a quelli convenzionali, perché sono sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, e anche perché sono più attenti al benessere animale.

Dati tutto sommato rassicuranti ma che non fanno abbassare la guardia agli addetti ai lavori. Dal palco di Rivoluzione Bio, arriva infatti unanime la voce delle diverse sigle del settore: è necessario affrontare il tema fondamentale del giusto prezzo, accelerare l’iter del Piano per fornire una strategia chiara e organica al settore, stimolare la domanda di prodotti biologici, sostenere i distretti bio e la conversione delle imprese al metodo biologico. Ultimo ma non meno importante, promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore. Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ha ribadito l’importanza di “far crescere di pari passo le produzioni e i consumi, che oggi stanno risentendo degli effetti dell’inflazione, del cambiamento climatico e di un quadro generale di instabilità e volatilità. Per farlo, non dobbiamo lasciare soli gli agricoltori che vanno affiancati nella formazione, nell’innovazione e nella ricerca. La via maestra deve essere quella dell’agroecologia”.

Il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste con delega al biologico, Luigi D’Eramo, che ha partecipato all’evento inaugurale di Rivoluzione Bio, ha confermato l’impegno nell’ accelerare l’attuazione del Piano d’Azione Nazionale per il Biologico. D’Eramo ha sottolineato che il piano delineerà una strategia chiara e organica per il settore, contribuendo a stimolare la domanda di prodotti bio e a sostenere la conversione delle imprese al metodo biologico. In particolare, il sottosegretario ha annunciato l’intenzione di creare il marchio Made in Italy Bio per valorizzare i prodotti biologici italiani sia sul mercato nazionale che internazionale.

L’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari di superficie bio, ha la più alta percentuale di superfici bio in Europa: il 19%. E potrebbe tagliare in anticipo il traguardo del 25% previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030 per mantenere il vantaggio. Il Piano d’Azione Nazionale per il Biologico si preannuncia come un importante strumento per raggiungere questo obiettivo.

 

Qui tutti i dati del rapporto Nomisma