Glifosato, ok della Commissione Ue per altri 10 anni

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Le contraddizioni della Commissione: vuole sia la proroga del glifosato che dimezzare l’uso dei pesticidi

Rinnovare per altri 10 anni l’autorizzazione all’impiego del glifosato in Europa. E’ questa la proposta presentata dalla Commissione Ue agli Stati membri che domani dovranno iniziare ad esaminarla ed eventualmente approvarla entro il 13 ottobre.

Con questa decisione la Commissione Europea non sembra tener conto dei numerosi studi – spesso riportati da Cambia la Terra – che hanno evidenziato collegamenti preoccupanti tra l’esposizione al glifosato e il rischio accresciuto per gli esseri umani di sviluppare patologie. Ad esempio disturbi neurologici, come emerso da uno studio condotto su cittadini Usa. Oppure le prove di genotossicità, cancerogenicità emerse da una ricerca pubblicata in Francia dall’Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica.

Nonostante quanto emerso da questi studi, la Commissione non ritiene opportuno applicare il principio di precauzione per tutelare la salute dei cittadini Ue ritenendo sufficiente le conclusioni emerse da un’analisi dell’Efsa che a luglio aveva dichiarato di non aver individuato nessuna “area critica di preoccupazione” per gli effetti nell’uomo.

Ma nel comportamento della Commissione Ue c’è un’altra contraddizione ancora più stridente. Se da una parte l’esecutivo europeo con questa proposta dà il via libera all’utilizzo del glifosato, dall’altra chiede agli stessi Stati membri di raggiungere gli obiettivi indicati dalle strategie sulla biodiversità e Farm to Fork dimezzando l’uso dei pesticidi.

“Ci troviamo in una fase storica decisiva. Da una parte la Commissione europea chiede di raggiungere gli obiettivi indicati dalle strategie sulla biodiversità, Farm to Fork e la riduzione dei pesticidi al 50% entro 2030. Dall’altra la stessa Istituzione, proprio in questi giorni, propone il rinnovo per altri 10 anni dell’utilizzo del glifosato, un erbicida dannoso per l’ambiente acquatico e per la salute dell’uomo”, spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

Ancora oggi il glifosato è l’erbicida più usato in agricoltura. Per avere un’idea, in 10 anni – al 1994  al 2014 – sono stati sparsi sui terreni di tutto il mondo 8,6 miliardi di chili di glifosato. A partire dal 1996 il suo impiego è cresciuto di 15 volte (20 negli Stati Uniti).

La proposta della Commissione fissa alcuni paletti all’utilizzo del pesticida: per esempio, prevede il divieto d’uso per il disseccamento del raccolto, una pratica utilizzata in particolare dai grandi produttori di cereali. Per ridurre la dispersione della sostanza la Commissione propone inoltre fasce tampone nei campi di almeno 5-10 metri. Gli Stati membri dovranno infine garantire che l’uso dei pesticidi contenenti glifosato sia ridotto al minimo o meglio ancora vietato in parchi e giardini pubblici.

Misure considerate probabilmente insufficienti dal milione di cittadini che 5 anni fa – nota l’associazione ambientalista Pesticide Action Network – chiesero il divieto di utilizzo del glifosato. Oppure dal 62% di cittadini Ue che secondo un recente sondaggio Ipsos condotto in 6 Paesi della Ue sono favorevoli alla messa al bando.

 

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