Approvato il disegno di legge che vieta la carne coltivata

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L’Italia è capofila per il divieto di commercializzazione e importazione di carne prodotta in laboratorio

Il Senato ha approvato con 93 voti a favore, 28 contrari e 33 astensioni, il disegno di legge che vieta la produzione e il commercio di cibi e mangimi sintetici ottenuti tramite coltivazione cellulare. Un provvedimento voluto dal ministro Francesco Lollobrigida che, prima del voto, ha sottolineato l’importanza di garantire “buon cibo per tutti”.

L’Italia si conferma così il primo Paese al mondo a proibire la commercializzazione, l’importazione e la produzione di questo tipo di alimenti. Un voto che trova d’accordo anche i cittadini. Secondo un sondaggio di Coldiretti, realizzato da Notosondaggi, ben tre italiani su quattro sono contrari all’uso di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. Gli stessi coltivatori hanno espresso il loro dissenso raccogliendo oltre due milioni di firme e ottenendo il sostegno di un’ampia alleanza composta da numerose associazioni, tra cui Acli, Adusbef, AssoBio, Codacons, Coldiretti, FederBio, Lega Consumatori, Slow Food Italia e molte altre, tutte unite nella difesa della cultura del cibo di qualità contro l’uso di alimenti artificiali e sintetici.

La legge, inoltre, mette uno stop anche al “meat sounding” vietando l’associazione di termini come “bistecca” o “bresaola” con prodotti che non contengano carne di origine animale.

Sul piano sanzionatorio, in caso di violazione sono previste la confisca del prodotto illecito e multe che vanno da un minimo di 10 mila euro a un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione.  L’applicabilità delle sanzioni è estesa a chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo le condotte illecite. Inoltre, sono previste altre sanzioni che impediscono alle aziende che hanno violato la legge di ottenere contributi, finanziamenti o agevolazioni dallo Stato o da enti pubblici per tre anni; si può arrivare alla chiusura dello stabilimento di produzione.

Il principio guida di questa legge è la precauzione. Un passo in avanti che ha l’obiettivo di tutelare il patrimonio zootecnico italiano riconoscendone il valore culturale, socio-economico e ambientale. Allo stesso tempo la norma intende assicurare un elevato livello di protezione per la salute umana e gli interessi dei cittadini-consumatori. Il ministro Lollobrigida, durante l’audizione al Senato, ha voluto sottolineare che questa precauzione non limiterà la ricerca, ma la regolerà per garantirne l’eticità e la sicurezza.

Ora la palla è in mano alla Camera dove ci sarà la discussione finale che decreterà le sorti del provvedimento.