Niente cibo in provetta sulla tavola degli italiani

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FederBio firma la petizione di Coldiretti per fermare la carne sintetica

Una legge per fermare la produzione e la commercializzazione dei prodotti alimentari sintetici, prima di tutti la carne.  E’ l’obiettivo della petizione lanciata da Coldiretti a cui ha aderito FederBio. Sono state raccolte 200.000 firme.

“La mobilitazione della Coldiretti contro il cibo sintetico – si legge nel comunicato di Coldiretti – vuole fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione potrà essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi. L’obiettivo è promuovere una legge che in Italia vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech”.

Sono infatti in crescita gli investimenti nel campo del cibo sintetico sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape).

Se il consumo di carne sintetica in Usa è stato autorizzato dalla Food and Drug Administration (Fda),  in Europa l’atteggiamento verso il cibo in provetta è differente. Lo dimostra un sondaggio dal quale è emerso che l’84% degli italiani si dicono contrari all’idea di consumare cibo prodotto in laboratorio. In Italia la produzione agroalimentare è infatti strettamente connessa al territorio e alla storia.

Inoltre considerando l’intero ciclo produttivo emergono interrogativi anche sulla sostenibilità del cibo sintetico che comporta notevoli consumi di acqua ed energia. La via della sostenibilità passa invece attraverso il consumo di carne biologica, gli allevamenti sostenibili rispettosi della biodiversità, la valorizzazione delle risorse naturali.

“Sottoscriviamo con convinzione l’iniziativa di Coldiretti perché crediamo che sia fondamentale porre subito un freno alla deriva del cibo sintetico”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini presidente di FederBio. “La necessità di convertire gli allevamenti intensivi deve portare alla valorizzazione delle realtà locali che operano con metodo biologico ed estensivo. Cioè sull’approccio agroecologico che prevede animali al pascolo per favorire la fertilità del suolo e mette al centro la dimensione sociale in cui agricoltori e comunità locali sono i protagonisti della produzione di cibo. Peraltro, crediamo che sia totalmente insensato che la produzione di cibo sia consentita a multinazionali attive in settori che nulla hanno a che fare con questo comparto strategico: in questo modo si concentra sempre di più la produzione di cibo in mano a pochi”.