Il cibo bio riduce il rischio di diabete

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I risultati dello studio di NutriNet-Santé: la presenza di residui di pesticidi di sintesi nell’alimentazione convenzionale può favorire lo sviluppo del diabete di tipo 2

I benefici del cibo biologico per la salute e l’ambiente sono ben consolidati. Molti studi hanno già dimostrato l’importanza del biologico nella riduzione del rischio di obesità, nel corretto funzionamento del cervello o nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Ma favorire il consumo di alimenti da agricoltura biologica nella propria dieta potrebbe anche aiutare a prevenire i rischi del diabete di tipo 2. Insomma minor rischio di diabete tra i consumatori di prodotti bio.

I consumatori di prodotti bio

I dati pubblicati da NutriNet-Santé indicano che i consumatori di prodotti biologici hanno il 35% in più di possibilità di non sviluppare il diabete rispetto ai consumatori che utilizzano meno prodotti biologici. Inoltre, consumare il 5% in più di prodotti biologici porta a “una diminuzione del 3% del rischio diabete di tipo 2”.

Grazie ai dati generati dall’unità di epidemiologia nutrizionale NutriNet-Santé, una delle più importanti al mondo, forte di 170 mila volontari, una équipe franco-americana ritiene che i maggiori consumatori di alimenti etichettati AB, cioè senza pesticidi, erbicidi chimici, fertilizzanti artificiali e senza l’uso di ormoni della crescita, abbiano ridotto di oltre un terzo le possibilità di avere il diabete di tipo 2 rispetto a chi consuma meno prodotti biologici. La tesi è contenuta nel recente studio pubblicato nell’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, rivista medica che si interessa degli aspetti comportamentali della scienza dell’alimentazione e lo studio dell’attività fisica.

Uno studio prospettico

E’ la prima volta che uno studio prospettico, cioè che segue una popolazione nel tempo, mette in evidenza il legame tra consumo di prodotti biologici e rischio di diabete di tipo 2. L’ipotesi giudicata più plausibile dagli autori dello studio per spiegare la relazione è quella della presenza accresciuta di residui di pesticidi di sintesi nell’alimentazione convenzionale.

Lo studio, condotto dal 2014 al 2019, si basa su 32.256 membri dell’unità di volontari Sono stati inclusi soltanto quelli che hanno risposto ad un questionario molto dettagliato sulla natura delle loro consumazioni. Cosa che ha permesso di avere una stima molto approfondita della quantità di ogni tipo di prodotto consumato: verdure, prodotti animali, bio, ha spiegato l’epidemiologa Emmanuelle Kesse-Guyot dell’istituto francese di ricerca per l’agricoltura l’alimentazione e l’ambiente (Inrae), prima firmataria di questo studio.

Oltre 32 mila partecipanti allo studio

Degli oltre 32 mila partecipanti allo studio, il 76% erano donne. I ricercatori hanno trovato un’importante correlazione tra il genere e l’impatto del consumo di prodotti biologici. Emmanuelle Kesse-Guyot ha spiegato a Le Monde: “Vediamo un effetto particolarmente marcato nelle donne, con una riduzione del rischio del 65% nelle maggiori consumatrici di prodotti biologici, ma nessun effetto statisticamente significativo negli uomini, che rappresentano il 24% del gruppo esaminato”.

I ricercatori hanno ripartito le persone incluse nello studio in cinque gruppi in funzione della proporzione di alimenti bio che hanno indicato di consumare. Nei quattro anni di studio sono stati rilevati un po’ meno di 300 casi di diabete. Gli autori hanno studiato la ripartizione di questi casi correggendo la loro analisi con gli effetti legati allo stato economico, l’attività fisica e l’indice di massa corporea, il fumo e l’alcool. La conclusione è stata che i maggiori consumatori di prodotti bio hanno un rischio inferiore del 35% di contrarre un diabete di tipo 2 in rapporto ai non consumatori.

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