I danni della Monsanto per immagini

In mostra a Bologna il lavoro del fotografo franco-venezuelano Mathieu Asselin che documenta la storia del gigante dei pesticidi e delle sementi Ogm attraverso ritratti, foto di paesaggio, still life e materiali d’archivio


Per cinque anni il fotografo franco-venezuelano Mathieu Asselin ha documentato le attività della Monsanto, e viaggiando tra il Vietnam e gli Stati Uniti ha realizzato un’indagine che ricostruisce la storia del gigante dei pesticidi e delle sementi Ogm attraverso ritratti, foto di paesaggio, still life e materiali d’archivio. Le foto di questo lavoro, raccolte nel libro Monsanto®: A Photographic Investigation (Verlag Kettler/Actes Sud, 2017) sono esposte fino al  12 gennaio 2018 alla galleria Spazio Labò di Bologna.

Asselin ha esaminato articoli di giornale, sentenze e filmati e ha parlato con testimoni, concentrandosi su date e fatti con cui ha mostrato il passato e il presente della multinazionale. Un altro aspetto del suo lavoro ha riguardato le strategie di comunicazione e propaganda dell’azienda.

Monsanto®: The Book propone immagini, documenti di archivio, contenuti multimediali, materiali pubblicitari e oggetti che raccontano senza filtri l’ascesa al potere, le strategie di comunicazione e manipolazione delle informazioni, la costruzione di un’identità e le drammatiche conseguenze delle azioni di una delle multinazionali agroalimentari più potenti al mondo. Nel libro fotografico vengono mostrate le conseguenze delle altissime concentrazioni di policlorobifenili in Alabama, le vittime di terza generazione del defoliante Agent Orange utilizzato durante la Guerra in Vietnam, la pressione esercitata a livello globale sugli agricoltori a favore dell’utilizzo di sementi Ogm, ma non solo. Componente fondamentale del progetto è l’accurata ricostruzione delle strategie di marketing e comunicazione dell’azienda che rivelano, soprattutto grazie ai documenti più lontani nel tempo, una inquietante visione del rapporto natura-scienza. Emerge così che Monsanto intrattiene “relazioni pericolose” con il governo degli Stati Uniti, soprattutto con la FDA (Food and Drugs Administration).
“La mostra è anche un modo per riflettere su come la nuova fotografia documentaria stia diventando un’alternativa alla comunicazione di massa che siamo abituati a fruire”, spiega il curatore Sergio Valenzuela Escobedo. Il percorso espositivo è stato organizzato per raccontare l’evoluzione del lavoro di Asselin che sin dall’inizio è stato pensato per diventare un libro.

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