Una realtà che rappresenta una vera eccellenza sia nella parte agricola che in quella scientifica. L’area ricerca e sviluppo ha ottenuto ben 32 brevetti nazionali e internazionali. Aboca coltiva direttamente 1.700 ettari di terreni tra Toscana e Umbria, produce dispositivi medici e integratori alimentari per soddisfare più di 40 esigenze di salute, distribuisce in Italia e in altri 13 paesi nel mondo. Una realtà occupazionale che conta su più di 1.200 dipendenti. Oltre cento sono ricercatori. Inoltre, i laboratori Aboca collaborano con numerose Università ed enti di ricerca. Una realtà di eccellenza, naturalmente, diversa da molte delle circa 70.000 aziende biologiche italiane, che dimostra però come l’innovazione sia uno dei centri dell’agroecologia.
Peccato quindi per la professoressa Cattaneo non aver accettato l‘invito. Sarebbe stato importante conoscere un’azienda che, assieme alle altre realtà bio, rappresentano – e lo faranno sempre più in futuro perché i trend economici dimostrano che in questa direzione va la domanda del mercato – l’eccellenza del made in Italy.
Un modello produttivo che è dunque strategico per il sistema economico del Paese e che chiede una legislazione all’altezza del cambiamento in atto. È bene ricordare che la prima legge quadro sul biologico è stata approvata dalla Camera e ora attende il via libera definitivo del Senato. Un via libera che – ci auguriamo – arrivi in tempi rapidi.