Bologna 2019
Dal 5 al 9 settembre Cambia la Terra ha seguito
i tavoli di lavoro durante "Rivoluzione Bio",
"Fiera Sana 2019" e "Festa del bio".
Ecco, in sequenza, gli aggiornamenti che Cambia la Terra ha pubblicato nei giorni che hanno trasformato Bologna nella capitale del bio. Un vero e proprio numero “speciale” per seguire gli eventi e ascoltare i protagonisti: questo è il nostro racconto.

Mammuccini (FederBio): innovazione tecnologica ma territori e agricoltori al centro

Il tema del giusto prezzo del biologico è legato alla difesa del vero biologico. Ad esserne convinta è la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini che interviene oggi a “Rivoluzione bio”. Tutto si tiene assieme, partendo dal rafforzamento “del sistema dei controlli perché ad un valore maggiore, quello rappresentato dal biologico, deve corrispondere una certezza per il cittadino”. Il bio, ricorda Mammuccini, “rappresenta innovazione per l’agromomia. È un’innovazione che rimette al centro gli agricoltori”. Non si offre, riassume, semplicemente un pacchetto tecnico che risponde a tutte le esigenze come nell’agricoltura convenzionale. La sfida, aggiunge, “è anche quella di costruire filiere biologiche” che valorizzino anche i territori. “Una rincorsa al prezzo più basso sarebbe un errore”, la questione del giusto prezzo passa anche per la trasparenza e la comunicazione dei valori del bio: il maggior lavoro e il riconoscimento degli equi compensi per i lavoratori, innanzitutto. Questo è un traguardo che, se raggiunto, aiuterà anche gli agricoltori tradizionali.

Mammuccini (FederBio): lavorare con agricoltori convenzionali per Pac migliore

“Se non pensiamo bene alla Pac non raggiungeremo gli obiettivi”. Obiettivi ambiziosi come il 50% di Sau bio a livello europeo come indicato da Ifoam, obiettivi realistici come il 40% di Sau nazionale coltivato a biologico, indicato dalle organizzazioni di settore. La presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini interviene al workshop “Il ruolo dell’agricoltura biologica nella politica agricola comune” puntando su alcuni punti chiave. Intanto – davanti ad una domanda sempre più crescente – c’è il tema della produzione: “dobbiamo aumentare la produzione se non vogliamo che la domanda sia coperta da prodotti stranieri”. Poi, “se il bio vuole alzare l’asticella deve lavorare anche sul fronte della qualità”. È necessario, dice ancora Mammuccini, “tenere a mente la questione del giusto prezzo e non andare alla rincorsa del prezzo al ribasso”. Ci sono sfide che attendono tutto il settore “per questo dobbiamo tenere aperto un canale con tutto il settore agricolo, anche con quello convenzionale e le associazioni generaliste. Ci sono uno, due, tre punti comuni? Lavoriamo assieme su questi punti. Insieme possiamo costruire un sistema migliore”.
C’è un tema importante “dobbiamo sostenere la conversione verso il biologico: è necessario perché durante la conversione di un’azienda le difficoltà sono tante”. Maria grazia Mammuccini, presidente FederBio, intervenendo al workshop sulla riforma della Pac punta il dito sulla burocrazia. “Burocrazia e intermediari del sistema rendono davvero il percorso difficile e tortuoso. Si arriva a pensare di mollare…”. Se si devono mantenere sussidi del primo e del secondo pilastro “aggiorniamo le sfide. La prima è sicuramente la questione del clima, la fertilità del suolo, la biodiversità”.

Carnemolla (FederBio): al biologico ruolo da protagonista

“Ce lo siamo detti nel 2015 all’apertura di Expo Milano, dovevamo passare da un approccio di antagonismo ad un ruolo da protagonisti del panorama generale”. Rivendica un ruolo strategico per il biologico, nel suo intervento d’apertura, Paolo Carnemolla segretario generale di FederBio. “Oggi vediamo con evidenza che il modello tradizionale è in difficoltà”.
“I cittadini – ricorda Carnemolla – non vogliono più chimica. E non solo in agricoltura”. C’è un tema, che affronta il segretario di FederBio nel suo intervento d’apertura del convegno “Rivoluzione bio” che è quello dell’accettabilità sociale: l’accesso ai giovani; il caporalato; i mutamenti climatici. Aumenta la popolazione mondiale ma, come ci dice l’Agenzia Europea dell’Ambiente, nei prossimi 30 anni l’agricoltura del Mediterraneo dimezzerà la produzione. “Ecco il biologico è un modello produttivo che può affrontare tutto questo”.

Triarico: non c’è prezzo alto o basso ma giusto

“Non esiste un prezzo alto o basso ma un prezzo giusto”. È Carlo Triarico, presidente dell’Associazione italiana per l’Agricoltura Biodinamica, a stigmatizzare nel suo intervento il tema del costo dei prodotti agricoli. “Quello che sembra basso, è un prezzo alto in termini di sfruttamento della manodopera e di costi sociali ed ambientali. Prodotti che hanno un prezzo alto, al contrario, offrono molto di più del solo prodotto”. Per Triarico, il prezzo sarà un discrimine importante per il futuro, andrà raccontato nel giusto modo. Il mondo del biologico si può permettere di essere “trasparente. E la nostra forza sarà anche quella di dare sostegno agli agricoltori ‘tradizionali’ sfruttati”.

Hogan (Ue): bio grande opportunità di sviluppo

L’Unione europea “crede fermamente nell’importanza delle produzioni da agricoltura biologica ed è per questo che sostiene la crescita di questo mercato con un forte indirizzo politico è un sostegno diretto agli agricoltori”. Inizia così il messaggio che il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan invia ai partecipanti del convegno “Rivoluzione bio”, gli Stati generali del biologico in corso a Bologna.
Il biologico rappresenta una “grande opportunità di sviluppo per gli agricoltori e gli imprenditori del comparto agroalimentare”. Continua il commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan.
Il biologico, spiega, “contribuisce direttamente all’economia rurale rispettando l’ambiente e contribuendo alla sostenibilità dei territori rurali. Ciò risponde a un’esistenza fondamentale dei cittadini” che chiedono maggior contributo “alla lotta contro i cambiamenti climatici e il degrado ambientale”.

Mercati (Aboca): bio è scelta obbligatoria

“La scelta del biologico è obbligatoria per la sopravvivenza dell’umanità”. Non usa mezzi termini il Cavaliere Valentino Mercati, presidente di Aboca, nel suo intervento a “Rivoluzione bio”, gli Stati generali del biologico che si sono aperti oggi a Bologna.
Non usa mezzi termini e anzi rilancia: cita il sistema Gaia, l’Antico Testamento, l’Apocalisse per spiegare “la distorsione in atto”. Ci sono “sostanze che agiscono contro la fisiologia del vivente”. L’agricoltura tradizionale “ha colpe gravi. Le ha nei confronti dell’ambiente e della salute dell’uomo”. Il biologico, dice Mercati, “può fermare l’ecocidio” in atto.

Zanoni (Assobio): bio cresce, giovani e donne a trainare

Il bio cresce non solo nella Grande distribuzione organizzata, ma nei negozi specializzati, nelle mense, nelle scuole, nei consumi, ed è un settore alto tasso di innovazione sociale. Lo dice Roberto Zanoni, presidente di Assobio, durante la “Rivoluzione bio”. “Nel 2018 i consumi del bio in Italia sono arrivati a toccare quota 3 miliardi e 600 milioni di euro, e la crescita non viene solo dalla GDO” ma il valore pro capite è ancora basso in termini assoluti: “si attesta a 55 euro procapite, quando in Paesi europei è circa sei volte maggiore”. A tirare il settore sono le esportazioni, che sono aumentate del 10% rispetto all’anno orecedente: il biologico è il 5,5% dell’export agroalimentare italiano.
Ma il vero valore del biologico è nei produttori. “In media le aziende biologiche sono condotte da agricoltori più giovani: più di un terzo hanno tra 20 e 39 anni. Il 30% delle nostre aziende è condotto da donne, e il il tasso di informatizzazione è tre volte più alto di quelle convenzionali”.

De Castro: approvazione nuova PAC non immediata, a ottobre proroga della vecchia

La nuova PAC deve aspettare. Lo anticipa il presidente della commissione agricoltura dell’Europarlamento Paolo De Castro, intervenendo agli stati generali del biologico “La rivoluzione bio”. “Vogliamo attendere le decisioni del nuovo Commissario e far capire a nuovi membri dell’Europarlamento l’impatto di questa proposta di riforma sulle amministrazioni regionali e nazionali”. Ma non ci dovrebbero essere ripercussioni: “Non c’è rischio per la PAC, ci sarà un atto legislativo transitorio entro il mese di ottobre forse per un anno o qualche mese. Sarà una proroga con regole attuali e risorse nuove. Quali risorse? Dipende da Brexit. Nessuno sa come va a finire”.

Sorlini: sbagliato che in Pac non si parli di biodistretti

È uno sbaglio “non aver inserito il concetto di biodistretti nella Pac”. Lo dice Claudia Sorlini, professore emerito di Microbiologia agraria all’Universita’ di Milano, intervenendo al workshop “Il ruolo dell’agricoltura biologica nella politica agricola comune post 2020”.
“Se il virtuosismo ambientale è puntiforme può poco”, quello che funziona è un lavoro che interessa aree estese, territori.
D’altronde è la stessa Sorlini a ricordare quanto i cambiamenti climatici siano pressanti anche sotto il profilo agricolo. “Noi e le nostre piante non siamo attrezzati all’arrivo di organismi alieni: penso a patogeni e parassiti” finora sconosciuti nel nostro Paese. C’è una riflessione necessaria da fare ed è quella sugli eventi meteorologici estremi che “sono sempre maggiori per numero e durata”.

Pascarelli (Coop): la sfida è sulla filiera

“Coop sta mettendo in atto una strategia a 360 gradi”. Lo dice Renata Pascarelli, direttore Qualità Coop Italia spiegando nell’intervento a “Rivoluzione bio” l’atteggiamento della sua realtà economica nei confronti del biologico. “Lo sforzo che dovremo fare è conoscere le filiere in modo sempre più puntuale”.
Per quanto riguarda i consumi, Pascarelli spiega che la scelta di Coop di investire sul bio è ampiamente ripagata in termini di volumi e guadagni. Tra i prodotti più amati, le uova Coop, “bio dal 2003”. Prioritari, per la responsabile Qualità Coop, alcuni punti: un sistema di certificazione sempre più trasparente ed efficace; legalità e lotta alle frodi; giusto prezzo.

Ferroni (Wwf): sfida? Anche minimizzare impatto ambientale agricoltura tradizionale

“Quando indichiamo il 40% di Sau italiana biologica entro il 2030 non siamo né ottimisti, ne’ pessimisti: semplicemente realistici”. Ne è convinto Franco Ferroni del Wwf che oggi è intervenuto al workshop “Il ruolo dell’agricoltura biologica nella politica agricola comune”.
Ma la vera domanda, dice Ferroni, “è chiedersi cosa facciamo del 60% di Sau restante?”
La sfida è proprio lì. “Vogliamo fare politiche che prevengano conflitti sociali e quindi l’obiettivo deve essere quello di minimizzare l’impatto dell’agricoltura convenzionale”. Sappiamo – sottolinea Ferroni- “che ci sono pratiche agricole del biologico che possono aiutare molto, in questo senso, l’agricoltura convenzionale. Penso, innanzitutto, al diserbo chimico”.

Ciccarese (Ispra): spreco cibo tema da affrontare in maniera organica

“Un terzo del cibo che consumiamo viene sprecato lo spreco, secondo le stime Fao”. Lo ricorda Lorenzo Ciccarese dell’Ispra intervenendo al workshop sullo spreco alimentare organizzato alla Festa del bio in corso a Bologna.
“Come sfamare i 9 miliardi e mezzo di persone che popoleranno la Terra nel 2050? Una questione che pone il tema dello sfruttamento delle risorse naturali”. Dobbiamo “riflettere sul fatto che ci sono 850 milioni di persone che soffrono la fame e un miliardo di persone obese: è un tema che va