Clima: solo 1 azienda europea su 10 in linea con l’accordo di Parigi

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Più finanziamenti green che progetti: il gap è di 4 trilioni di euro

di Barbara Battaglia

Meno di un’azienda europea su 10 ha obiettivi di emissioni tali da limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi. È uno dei dati compresi in una nuova ricerca di Cdp Europe, organizzazione non-profit finanziata dall’Unione Europea, e di Oliver Wyman, società di consulenza strategica globale.

Il dossier s’intitola “Running hot: accelerating Europe’s path to Paris” e si basa sui dati forniti da quasi mille (974, per la precisione) imprese europee e su un’ampia ricerca di mercato. Più della metà di queste imprese, il 56%, riferisce di avere un piano di transizione ecologica in atto. Di queste oltre il 75% sono del settore energetico. Le aziende più virtuose in termini di decarbonizzazione hanno riportato riduzioni di emissioni totali del 15% rispetto all’anno scorso, e hanno dichiarato di aver tagliato l’intensità di carbonio di un quinto.

Uno dei punti al centro del rapporto riguarda le società finanziarie e le banche. Gli istituti di credito hanno infatti “bisogno” delle emissioni delle società in cui prestano o investono soldi per ridurre a loro volta le emissioni a un tasso commisurato agli obiettivi di Parigi. Servono insomma incentivi economici per farlo.
Ma ad oggi si stima che vi sia un gap di oltre 4 trilioni di euro tra i prestiti che le banche intendono fare in linea con l’accordo di Parigi e l’attuale domanda per tali finanziamenti. “Questo divario – continua il report – ha il potenziale per spingere l’industria a una maggiore azione, poiché le aziende con maggiore ambizione di ridurre le proprie emissioni sono in grado di raccogliere capitali a condizioni migliori”.

Sul piano politico, ad ogni modo, il percorso verso le “emissioni zero” sta diventando sempre di più una priorità nell’agenda degli Stati membri. E questo si ripercuote direttamente anche sull’economia. Tanto che, come già detto, più della metà delle aziende del vecchio continente, tra quelle che hanno partecipato all’indagine, ha infatti già sviluppato un piano di transizione ecologica, in particolare nei settori a maggior impatto ambientale. Resta però un grosso problema nel comparto delle aziende ed è quello della trasparenza, e prima ancora della misurazione del taglio delle emissioni. Meno del 35% delle aziende europee in settori ad alto impatto sta cioè divulgando i dati, o almeno i numeri più salienti rispetto agli obiettivi raggiunti o da raggiungere.

Per avere buone possibilità di centrare l’obiettivo di Parigi – il “famoso” limite al riscaldamento globale a 1,5 ° C – , la nostra economia dovrebbe quindi cambiare letteralmente passo e ridurre del 50% le emissioni nel prossimo decennio. Il rapporto di Cdp Europe stima che almeno il 65% delle aziende dovrà essere completamente allineato a Parigi entro il 2030: ovvero oltre 8 volte il numero di oggi.
Insomma, le aziende europee devono fare di più, per salvare il pianeta. C’è proprio da correre.

Qui la versione completa del report.

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