Il carrello al tempo del coronavirus? È sempre più bio

Indagine Nomisma sui consumi in queste settimane di lockdown, vincono i prodotti made in Italy e locali. Più 19% per il vino bio

di Redazione


Cresce il bio. Il lockdown e i giorni di reclusione casalinga forzata imposti dalla pandemia hanno modificato – e di molto – il carrello della spesa degli italiani. Il maggior tempo a disposizione ha determinato cambiamenti in cucina. Si è stati ai fornelli di più e come è noto prodotti come, ad esempio, il lievito di birra e le farine sono diventati merce rarissima. Anche la famosa “Razione K”, cioè tutto lo scatolame che assicura indipendenza alimentare per mesi ha fatto registrare un incremento importante.

In generale, però si può dire che i consumatori hanno guardato alla qualità dei prodotti acquistati e del cibo consumato. È quello che emerge dalla ricerca Nomisma, società di indagini di mercato, che ha avviato l’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite”. Si tratta di un monitoraggio della situazione nazionale che andrà avanti per dodici settimane.

In particolare c’è stata una riscoperta degli alimenti locali, la filiera corta e il made in Italy, complice anche la volontà di sostenere le produzioni nazionali. Sembra che in queste – difficili – settimane gli italiani in circa il 50% dei casi abbiano riempito il carrello di cibo sano e di qualità. Sono stati considerati nelle scelte anche fattori come la sostenibilità nelle produzioni o il packaging. Anche così si spiega il balzo del biologico con un trend del +11% in valore nella Gdo.

Successo per il cibo biologico ma anche per il vino. Secondo un’analisi Iri per Vinitaly, la crescita delle bottiglie bio è proseguita anche nel primo trimestre 2020. Il vino biologico ha venduto 1 milione e 559 mila litri, con un aumento del 19%.

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