Decreto rotazioni, c’è la firma della ministra

Bellanova: norme chiare e trasparenti per fornire ulteriori garanzie ai consumatori sull’agricoltura bio. FederBio apprezza e auspica una veloce approvazione della legge

di Goffredo Galeazzi


La ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha firmato, dopo il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni, il cosiddetto Decreto Rotazioni, provvedimento molto atteso dalle aziende impegnate nell’agricoltura biologica e che punta a fare chiarezza su uno degli aspetti centrali del metodo biologico, quello degli avvicendamenti colturali.

“Abbiamo accelerato l’emanazione del decreto per dare le giuste certezze agli agricoltori che devono pianificare la propria attività”, dice in una nota Bellanova. “Considerata la complessità del tema, è stato infatti un provvedimento a lungo discusso con le Regioni e le rappresentanze del settore. L’Italia, pur nel rispetto delle peculiarità territoriali, si è dotata di norme chiare e trasparenti a livello nazionale in materia di rotazioni in agricoltura biologica, fornendo ulteriori garanzie ai consumatori che fino ad oggi hanno costantemente premiato il biologico italiano”.

Agricoltura biologica, Paese leader per operatori

Il settore del bio negli ultimi anni “ha fatto registrare una costante crescita, come testimonia l’incremento dei terreni destinati a queste coltivazioni che rende il nostro Paese leader europeo per numero di operatori biologici”, conclude la ministra. “Adesso abbiamo prorogato al 31 maggio i termini di partecipazione ai bandi per le mense biologiche: dobbiamo fare di tutto perché l’emergenza sanitaria in corso non metta a repentaglio i successi raggiunti. E approvare presto la legge sul biologico”.

FederBio valuta positivamente la firma del Decreto Rotazioni biologiche in agricoltura da parte della ministra Teresa Bellanova, dopo l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un provvedimento molto atteso e fondamentale per le oltre 79mila aziende agricole biologiche (+66% dal 2010) che serve a definire con maggior chiarezza il tema degli avvicendamenti colturali, uno degli aspetti agronomici centrali del metodo biologico, precisa la nota FederBio.

Agricoltura biologica, reintrodotto il sovescio

“Il provvedimento ha reintrodotto il sovescio ai fini dell’avvicendamento di alcune colture seminative biologiche e ha inserito il maggese con l’avvertenza che rimanga sul terreno per un periodo non inferiore ai 6 mesi. FederBio attendeva da tempo queste modifiche, ci auguriamo che con la pubblicazione del decreto vengano a cessare le deroghe che sono state concesse ad alcune Regioni e che le nuove indicazioni uniformino i comportamenti di tutti gli agricoltori biologici italiani”, è il commento di Daniele Fichera, coordinatore del Comitato Tecnico e Normativo di FederBio.

Per Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, l’auspicio espresso dalla ministra di una veloce approvazione della legge sul bio “è importante, in particolare in un momento difficile come l’attuale. Il mondo del bio attende da anni l’approvazione della legge che oggi più che mai rappresenta uno strumento concreto di sostegno e rilancio per le tante aziende impegnate nella produzione di cibo sostenibile che sono fortemente penalizzate da questo periodo emergenziale legato alla diffusione del Covid-19. Per far ripartire il settore agroalimentare, puntare su un modello di agricoltura biologico è strategico poiché serve a conciliare sostenibilità economica, sociale e ambientale, oltre che a garantire un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e una opportunità di sviluppo e occupazione per i territori rurali”.

Quasi 2 milioni di ettari bio

Secondo i dati elaborati dal Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica), ultimi disponibili quelli relativi al 2018, in Italia le superfici biologiche raggiungono quasi i 2 milioni di ettari, con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3%, ovvero 49 mila ettari in più in soli 12 mesi: una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che hanno raggiunto le 79.000 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 4%.

Dal 2010 gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati di oltre il 75%, e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%. L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2018 il 15,5% della Superficie agricola utilizzata (Sau) nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media Ue, che nel 2017 si attestava al 7%. Altrettanto importante l’evoluzione del settore relativamente ai consumi, che crescono da 5 anni (dati Ismea) senza soluzione di continuità, registrando un aumento del +102% rispetto al 2013.

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