Pacciamatura bio: una mossa win win

In Europa si usano ogni anno 85.000 tonnellate di film plastici che in buona parte a fine coltivazione sono abbandonati nei campi. L’alternativa per agricoltori e ambiente sta nei teli biodegradabili

di Redazione


Teli biodegradabili come scelta vincente. Ogni anno solo in Europa nei terreni agricoli coltivati si abbandonano migliaia di tonnellate di rifiuti plastici. Sono i resti delle 85.000 tonnellate di teli plastici usati per la pacciamatura, prevalentemente realizzati in polietilene a bassa densità. Materiali non biodegradabili e non sempre correttamente raccolti e smaltiti. Infatti, secondo quanto riportato da LabelAgriWaste, in Italia e Spagna si recupera al massimo il 50% dei film plastici usati in agricoltura. Il resto viene smaltito in maniera illegale: bruciato direttamente nei campi, abbandonato ai margini dei terreni o in discariche abusive.

Un’alternativa viene dai teli biodegradabili: già da alcuni mesi FederBio e Assobioplastiche hanno firmato un’intesa per promuoverne la sperimentazione. Questi teli al temine del ciclo colturale possono essere lasciati nel terreno e vengono biodegradati dai microrganismi.

Un primo vantaggio è per l’ambiente: si evita la produzione di una notevole quantità di rifiuti plastici da gestire e smaltire. Lo stesso terreno poi evita di essere contaminato da frammenti plastici che possono causare riduzione della produttività fino al 20%.  Senza contare che alcuni studi hanno valutato che l’operazione di raccolta dei teli usati impoverisce comunque il suolo, causando una rimozione involontaria di terreno e sostanze organiche contenuta nel suolo pari all’1,2%.

Un secondo vantaggio è per gli agricoltori, in termini di tempo e risorse risparmiate: i costi legati alla rimozione sono elevati anche perché spesso i teli – mischiandosi ai residui delle colture e al terreno – arrivano a pesare il 65% in più del loro peso iniziale.

Una spinta in direzione della riconversione è stata data dai teli per la pacciamatura realizzati in bioplastica MATER-BI di Novamont e certificati da Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica). Lo standard messo a punto da Novamont, Aiab e Bioagricert (organismo di controllo e certificazione delle produzioni biologiche) prevede che i teli per la pacciamatura per l’agricoltura biologica abbiano il massimo contenuto di materia prima rinnovabile, che siano derivati da fonti naturali rinnovabili non Ogm  e che garantiscano la totale biodegradabilità nel suolo, in conformità con lo standard europeo di riferimento UNI EN17033 che implica la verifica degli aspetti rilevanti d’uso e di fine vita e l’assenza di effetti tossici per l’ambiente.

“I suoli sono una risorsa non rinnovabile sempre più fragile e minacciata da una gestione insostenibile, dall’inquinamento e dalla progressiva desertificazione. Per contrastare questo fenomeno, la ricerca Novamont da sempre ha lavorato allo sviluppo di prodotti che contribuiscano a preservare la fertilità e la funzionalità del suolo”, ha dichiarato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.

 

 

Altri articoli

sicurezza alimentare

Nei primi 5 mesi del 2020 sono cresciuti in Italia sia i consumi di bio che il numero degli operatori (produttori, preparatori e importatori) di Reda

Elaborato da Firab- Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura e promosso da Aiab, AssoBiodinamica, Federbio, è uno strumento per rilevare la

Un cambio di passo è necessario, ecco le nostre richieste al governo per avviare un percorso di riduzione della chimica di sintesi di Redazione

All’orto botanico di Tor Vergata è partito a febbraio il progetto per il biodistretto che interesserà Roma, il Comune agricolo più grande d’Eur