Biodistretto: parte in Trentino la raccolta firme

Entro la fine di marzo dovranno essere raccolte le 8.000 firme necessarie per indire il referendum

di Maria Pia Terrosi


Trasformare l’intera provincia del Trentino in un distretto biologico. Questo l’obiettivo della raccolta firme appena avviata: per indire un referendum propositivo al riguardo servono – entro la fine del prossimo marzo – le adesioni di 8.000 cittadini residenti in Trentino da almeno un anno.

Il biodistretto è un’area geografica in cui agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni, pubbliche amministrazioni si accordano per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio, etc.).

La scelta di dar vita a un biodistretto non si ferma alla conversione secondo il modello biologico  delle coltivazioni agricole,  ma interessa la promozione del territorio in tutti i suoi aspetti in modo di raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali.  Con la nascita di un biodistretto, infatti, sono messe in rete le risorse naturali, culturali, produttive di un territorio per valorizzarle con politiche locali orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei saperi locali.

Un biodistretto per garantire la salute dei cittadini

“Se la prima preoccupazione è garantire la salute ai cittadini, creare un distretto biologico significa anche rivedere l’intero modello di sviluppo, visto che quello attuale è in crisi e non funziona”, ha dichiarato in un’intervista Fabio Giuliani, referente legale del comitato.

L’istituzione del distretto biologico non vincolerà nessuno all’adesione o all’obbligo di adottarne il metodo, che restano scelte volontarie: il nostro obiettivo – precisa il comitato – è coinvolgere quante più realtà possibile ma non obbligarle. Si tratta di un percorso di trasformazione culturale, di un cambiamento di modello di sviluppo. La creazione del biodistretto non solo muterà l’approccio all’agricoltura e al territorio,  ma avrà effetti positivi sull’economia e sull’occupazione. Ad esempio aumenterà l’offerta turistica grazie a un ambiente più integro e adatto a un turismo sostenibile e in sintonia con la natura (pet therapy, ciclovie, ecc.)

Senza contare che diminuendo l’uso di pesticidi e inquinanti, il territorio diventerà più salubre determinando un miglioramento della qualità della vita degli abitanti.

 

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