Il raccolto della turboagricoltura nelle pagine di Michele Serra

pesticidi

Il giornalista e scrittore su “Il Venerdì” di Repubblica parla di agroindustria. Ecco un sunto del suo pensiero

di Redazione


L’agroindustria “rende di più”, spiegano gli ottusi contabili delle multinazionali del cibo e del biocarburante. Sanno fare di conto, ma solo nel loro orticello (anche se è un orticello di migliaia di ettari).

Perché le ricadute ambientali e sociali sono catastrofiche: costi non calcolati, mai messi a bilancio. Oltre a spremere la terra inseguendo un “tutto e subito” che è nemico giurato dei tempi e dei modi della natura, il turbo-capitalismo agricolo cancella colture e culture e proletarizza masse sterminate di ex coltivatori e allevatori che non hanno più i mezzi per vivere e si ammassano nelle megalopoli. Magari per frugare nelle montagne di rifiuti quel cibo che prima producevano, e ora non hanno il denaro per acquistare.

L’articolo completo, in “Per posta” di Michele Serra, in edicola oggi su “Il Venerdì” di Repubblica

 

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