Dall’agricoltura una pioggia di ammoniaca

Per il terzo anno consecutivo in Europa sono aumentate le emissioni di questa sostanza, mostrando una crescita dello 0,5% rispetto al 2015 e del 2% rispetto al 2014. E intanto continua il generoso finanziamento agli allevamenti intensivi più inquinanti

di Maria Pia Terrosi


Trasporti e agricoltura sono due settori che pongono grandi problemi in termini di inquinamento atmosferico nei Paesi UE: se il primo è il principale responsabile relativamente alle emissioni di ossido di azoto, l’agricoltura lo è relativamente a quelle di ammoniaca.

Partiamo dalla buona notizia: nel 2016 nell’UE sono complessivamente diminuite le emissioni dei quattro inquinanti atmosferici più dannosi, cioè ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (NMVOC), biossido di zolfo (SO2) e ammoniaca (NH3). Mentre – cattiva notizia –  per il terzo anno consecutivo sono aumentate quelle di ammoniaca, mostrando una crescita dello 0,5% rispetto al 2015 e del 2% rispetto al 2014. I dati sono stati evidenziati nel “National Emission Ceilings (NEC) Directive  Reporting Status 2018” che presenta i progressi compiuti nell’insieme dalla UE e  nello specifico  dai suoi Stati membri nel rispettare i limiti emissivi stabiliti dalla direttiva NEC.

Per quanto riguarda le emissioni di ammoniaca, cinque Paesi UE hanno superato i limiti stabiliti: Austria, Croazia, Germania, Irlanda e Spagna). In termini percentuali i superamenti di maggior entità sono quelli di Spagna (39%) e Croazia (17%), mentre i più contenuti si sono registrati in Austria e Irlanda (solo 1% in più).  In valori assoluti, invece, in testa la Germania – primo emettitore in Europa di ammoniaca – seguita da Francia e Spagna.

Le emissioni di ammoniaca sono  prodotte soprattutto dal settore agricolo e in particolare dalle forme intensive che ha assunto negli ultimi decenni:  emissioni legate all’utilizzo esteso dei fertilizzanti sintetici ed organici e alla gestione degli allevamenti animali (emissioni dal ricovero e dallo stoccaggio).  Solo una piccola parte di queste emissioni proviene da altri processi produttivi (dai trasporti stradali e dal trattamento/smaltimento dei rifiuti). Quando si deposita, l’ammoniaca crea diversi problemi ambientali, quali l’acidificazione dei suoli, l’alterazione della biodiversità e l’eutrofizzazione delle acque di fiumi, laghi e mari per l’eccessivo arricchimento di sostanze nutritive. Inoltre ha un ruolo anche nella formazione del particolato fine , con tutto ciò che ne viene per la salute umana.

Nonostante tutto ciò in Europa si continuano a finanziare l’allevamento e l’agricoltura  ad alta intensità. Secondo una recente indagine di Greenpeace, condotta incrociando i dati dei finanziamenti diretti nell’ambito della Politica agricola comune (Pac) e il Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-Prtr), oltre la metà (51%) degli allevamenti esaminati in sette diversi Paesi dell’Ue ha ricevuto infatti fondi per un totale di 104 milioni di euro, nonostante si tratti di alcuni tra i maggiori emettitori di ammoniaca nei rispettivi Paesi. La ricerca ha esaminato allevamenti presenti in Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Olanda e Polonia e inseriti nel Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-Prtr), al quale solo le aziende agricole che emettono più di 10 mila chilogrammi di ammoniaca all’anno sono obbligate a comunicare i dati. Delle 2.374 aziende zootecniche di questi Paesi riconducibili alle emissioni di ammoniaca incluse nell’E-Prtr, 1.209 hanno ricevuto finanziamenti  Pac per un totale di circa 104 milioni di euro all’anno.

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