Referendum Svizzera: 145 mila firme contro i pesticidi

Se la raccolta delle firme rappresenta una prima vittoria del movimento contro i fitofarmaci,  il percorso sarà comunque lungo. Potrebbero passare tre anni prima che gli elettori possano votare

di Maria Pia Terrosi


In 145 mila per dire basta ai pesticidi. Sono tante le firme raccolte in Svizzera in 18 mesi dal comitato “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici” e depositate proprio in questi giorni alla  Cancelleria federale con l’obiettivo di indire un referendum popolare su questo tema  .

In pratica il testo sul quale dovranno pronunciarsi i cittadini elvetici prevede il divieto totale di utilizzare pesticidi sintetici nella produzione agricola, nella trasformazione dei prodotti agricoli e nella cura del suolo e del paesaggio.  Vietata anche l’importazione a fini commerciali di derrate alimentari contenenti pesticidi sintetici o  per la cui produzione sono stati utilizzati questi pesticidi. Un aspetto questo, particolarmente significativo visto che – secondo  i dati dell’Amministrazione federale delle dogane –  la Svizzera oggi  importa quasi 500 chili di cibo pro capite all’anno.

Se la raccolta delle firme rappresenta una prima vittoria del movimento contro i pesticidi,  il percorso sarà comunque lungo. Potrebbero passare tre anni prima che gli elettori possano votare il referendum: il Consiglio federale svizzero avrà infatti un anno di tempo per fornire osservazioni e raccomandazioni al Parlamento, che nei due anni successivi potrà decidere di programmare il  voto  o presentare un’iniziativa contraria.

Un referendum mal visto da una parte del mondo agricolo e dalle lobby dell’agrochimica che lo considera pericoloso, paventando che un bando totale dei pesticidi farebbe schizzare in alto  – +40% – il prezzo degli  alimenti in Svizzera.

Queste cifre non sono serie poiché non tengono conto di una regola economica elementare: la forte crescita dell’offerta di derrate alimentari senza pesticidi renderà automaticamente questi prodotti più accessibili. Certo, un leggero aumento globale dei prezzi sarà inevitabile”, ha replicato in un’intervista Etienne Kuhn, promotore dell’iniziativa referendaria. “Ma non è nulla rispetto ai benefici che la nostra iniziativa apporterà a livello ambientale, sanitario e anche in termini di posti di lavoro“.

Le adesioni alla proposta di referendum confermano l’interesse crescente dei cittadini svizzeri a un’agricoltura più sana e a un cibo più salutare. Nel 2017 – secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica – le aziende agricole biologiche sono aumentate del 5% rispetto all’anno precedente: 6.638 su un totale di 51.620. Mentre in termini di superficie, degli 1,05 milioni di ettari di superficie agricola utile (SAU),  il 14% è stato riservato all’agricoltura biologica (151.400 ettari).

 

 

 

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