In migliaia in marcia per dire Stop ai Pesticidi

Sono state 134 le sigle di associazioni che hanno aderito, tra cui Federbio, Legambiente, Lipu, WWF, Aiab,  Isde e Cambia la terra.

In migliaia hanno partecipato alle  tre Marce Stop Pesticidi del 13 maggio: denominatore comune delle diverse manifestazioni è stata la volontà di difendere i propri territori e la propria salute, chiedere l’applicazione del principio di precauzione, superare le  monocolture intensive,favorire l’agricoltura biologica e la costituzione di biodistretti.

In 4.700 – da Cison all’abbazia di Follina nel Trevigiano,  in un territorio duramente messo alla prova da monocoltura e pesticidi – hanno sfilato mostrando striscioni come “Non bruciate il nostro futuro”, “Liberi di respirare”,  “Basta veleni”,  “Per i nostri bambini”. Tante le magliette bianche con la scritta Stop Pesticidi.

Ad aprire la marcia le mamme di Revine, assieme a quelle di Refrontolo e di Susegana; in tutto sono state 134 le sigle di associazioni che hanno aderito, tra cui Federbio, Legambiente, Lipu, WWF, Aiab, Isde e Cambia la terra. Cittadini comuni, bambini vestiti da api e farfalle; ma anche apicoltori preoccupati per la loro attività dallo sterminio delle api; operatori del turismo che vogliono tutelare il paesaggio. E anche medici che chiedono che autorità sanitarie e sindaci arrivino a una regolamentazione più severa in materia.  “Le prove di tossicità di tanti pesticidi sono scientificamente solide  -ha afferma Francesco Cavasin, presidente dell’Isde Treviso – quindi è necessaria l’adozione di misure di protezione e prevenzione, in attesa che le sostanze  chimiche e di sintesi siano vietate”.

Territori critici – come tanti in Italia, purtroppo – ma anche particolarmente sensibili. “Lo Stato e la Regione – ha dichiaratoJacopo Massaro, sindaco di Belluno  – debbono riconoscere che localmente ci sono situazioni critiche e, quindi, devono metterci nella condizioni di regolamentare, se occorre di vietare”.

In contemporanea a marciare intorno al Lago di Caldaro circa 200 cittadini. Anche qui molte magliette bianche, cartelloni con l’invito a liberare il Trentino Alto Adige dai pesticidi. In apertura uno striscione che richiamava l’articolo 32 della Costituzione italiana: La salute è un nostro diritto.

Mentre per le vie di San Pietro in Cairano in provincia di Verona, 600 persone hanno marciato per chiedere un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

La Marcia ha sancito la nascita di un vero movimento civile che dà voce alla protesta di tutti i cittadini che vivono sulla propria pelle il disagio dei trattamenti tossici spesso effettuati vicino a case e scuole. Decine di gruppi che già da qualche anno denunciano la grave crisi ambientale che si sta manifestando in questi  territori con il dilagare delle monocolture, tanto con il prosecco nel Trevigiano, quanto con i meleti in Trentino Alto Adige Südtirol.

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