Anche il biologico tra i Distretti del cibo

Inserito nella legge di bilancio un finanziamento ai Distretti del cibo per promuovere lo sviluppo territoriale e la coesione e l’inclusione sociale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale


I Distretti del cibo sono stati inseriti nella legge di bilancio per promuovere lo sviluppo territoriale e la coesione e l’inclusione sociale, oltre a garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.  Il riconoscimento dei Distretti viene affidato alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf presso il quale è istituito il Registro nazionale dei Distretti del cibo. Per il rilancio del settore e per il sostegno ai distretti sono stati stanziati 5 milioni di euro per il 2018 e 10 milioni a decorrere dal 2019. 

E lunedì scorso il ministro Martina ha presentato a Bergamo il nuovo strumento per garantire ulteriori risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori. Per Martina “l’esperienza dei distretti va rilanciata e rafforzata e, a tutela delle imprese agricole, vanno costruiti rapporti più stretti nelle filiere e servizi guardando a tutto il territorio nel suo complesso. È una scelta innovativa, che consente al nostro Paese di guardare allo sviluppo con un approccio nuovo”. Anche il biologico è stato inserito tra le finalità dei distretti.

In particolare è segnalato sul sito del Mipaaf il biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo che, nato nel 2016, coinvolge 23 cooperative e aziende bio che operano favorendo l’inserimento lavorativo in agricoltura di persone svantaggiate (disabili, detenuti ed ex detenuti, giovani con disagio sociale, rifugiati). Si tratta della prima realtà in Italia che coniuga a livello di distretto sia la vocazione bio che quella sociale. Sostengono questo progetto circa dieci Comuni della Lombardia (tra cui quello di Bergamo) nonché la Provincia di Bergamo, il Consorzio Parco dei Colli, AIAB Lombardia ed alcuni importanti GAS.

Oltre allo sviluppo e alla promozione dell’agricoltura biologica e sociale, il Biodistretto è impegnato a fornire servizi alle aziende biosociali di Bergamo, favorendo un’agricoltura compatibile con l’ambiente nonché la valorizzazione dei prodotti bio e della cultura del territorio, sostenendo anche la realizzazione di progetti di educazione alimentare. Le cooperative e le aziende del Biodistretto, che vantano una grande tradizione territoriale legata all’agricoltura biologica con finalità sociali, hanno costituito presso l’Università di Bergamo un apposito Comitato scientifico, formato da tecnici, esperti del settore e docenti universitari, per mettere in campo progetti sempre più mirati agli obiettivi prefissati.

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