Gli ambientalisti denunciano: un esperto EFSA su 2 ha un conflitto di interesse

Per la Ong Corporate Europe Observatory l’indipendenza di molti scienziati dell’Agenzia europea è discutibile, il 46% dei membri ha legami con aziende sottoposte al suo controllo.

di Goffredo Galeazzi


Quasi la metà degli esperti presso l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare avrebbero un conflitto di interesse che mette in discussione la validità del lavoro dell’agenzia. Lo sostiene un nuovo studio condotto da Corporate Europe Observatory (CEO). “Il 46% dei membri del panel (dell’EFSA) ha almeno un conflitto di interesse finanziario con una società regolamentata”, si legge nel rapporto dell’Ong pubblicato mercoledì 14 giugno. L’EFSA ha il compito di valutare i rischi potenziali per la catena alimentare europea e di fornire consulenza scientifica indipendente. Ma l’indipendenza di molti scienziati dell’agenzia è discutibile, sostiene CEO.

Lo studio, intitolato semplicemente “errori di reclutamento” si apre con una brusca domanda da parte dell’epidemiologo David Michaels: “Se è pericoloso affidarsi a scienziati con conflitti di interessi finanziari per interpretare i dati grezzi, perché dovremmo dipendere da questi scienziati per fornire consulenza alle agenzie di regolamentazione?”

Per quattro anni di fila, il Parlamento europeo ha invitato l’EFSA ad assicurarsi che sia indipendente dall’industria agroalimentare. Uno studio del 2013 del CEO ha rilevato che il 60% degli esperti dell’agenzia aveva legami con aziende i cui prodotti erano sottoposti alla valutazione dell’EFSA. Nonostante le richieste del Parlamento la situazione non è cambiata di molto nei successivi quattro anni.

Eppure, la valutazione dei potenziali rischi dei prodotti agroalimentari rappresenta da sola i due terzi della missione dell’EFSA. Così l’efficacia della politica l’indipendenza dell’Agenzia ha un impatto diretto sulle sostanze consumate da milioni di cittadini europei ogni giorno. “La ragione di questa situazione è semplice: l’EFSA ha poche risorse e ha sempre dato la priorità all’eccellenza rispetto all’indipendenza. Tuttavia – osserva la Ong – questa è una falsa dicotomia: per un regolatore della sicurezza alimentare pubblica, l’eccellenza è impossibile da raggiungere senza l’indipendenza dall’industria alimentare”.

L’EFSA ha respinto con forza le conclusioni dello studio. Un portavoce dell’agenzia ha detto che i dati della ONG sono “fuorvianti e basati su una particolare interpretazione degli interessi finanziari. Per essere chiari, gli interessi finanziari di tutti gli esperti che lavorano all’EFSA sono stati valutati con cura, secondo le severe norme sull’indipendenza dell’Autorità”, ha aggiunto il portavoce. Laddove le indagini in corso dell’EFSA rischiano di entrare in conflitto con gli interessi finanziari di alcuni esperti, a questi scienziati “non è permesso di diventare membri di uno dei 10 gruppi scientifici a meno che non si liberino di tali interessi”.

E lo scorso 21 giugno, proprio per rispondere alle obiezioni sollevate da CEO, l’EFSA ha approvato una serie di nuove misure per rafforzare ulteriormente l’imparzialità dell’Autorità e salvaguardarla da indebite influenze, adottando un  insieme completo di regole sull’astensione professionale per incompatibilità.  Gli esperti dei gruppi scientifici dovranno dichiarare la percentuale dei loro guadagni annui ricevuti da qualsiasi organizzazione, organismo o società le cui attività ricadano nelle aree di attività dell’EFSA. Agli stessi obblighi saranno sottoposti gli esperti degli Stati membri che partecipano a riunioni di revisione.

Ma secondo il rapporto CEO, “il progetto non è sufficiente”.

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