Api al lavoro sui tetti di Parigi

Circa 1.000 alveari sono ospitati sui tetti di Parigi: da Notre Dome all’Opera. Perché le città si sono rivelate un ambiente più salutare per le api

di Maria Pia Terrosi


A Place Vendome sul tetto del Mandarin Oriental – uno dei più prestigiosi hotel di Parigi –  vivono 100 mila api. Un alveare che riesce a produrre tra i 30 e i 40 chili di miele all’anno direttamente serviti agli ospiti dell’hotel. Al punto che lo chef dell’hotel ha creato un apposito menù per valorizzarne la presenza.

In realtà il Mandarin Oriental è solo l’ultimo edificio a Parigi  – in ordine di tempo – a ospitare api. Sono già circa mille, infatti, le arnie presenti sui tetti dei monumenti parigini: da Palais-Garnier al Musée d’Orsay, dalla scuola di formazione École Militaire al teatro dell’Opera Garnier. Persino sul tetto della cattedrale di Notre Dame dove vivevano 200 mila api miracolosamente scampate all’incendio (il miele era donato a poveri della città). E lo stesso sta succedendo a New York sul tetto dell’Hilton Midtown, all’ Honey Factory, nel giardino della Triennale di Milano, solo per fare qualche esempio.

I cittadini di Parigi apprezzano molto l’iniziativa. “Quando informiamo i nostri ospiti che abbiamo degli alveari sul tetto, l’effetto è ‘wow’. La maggior parte di loro apprezza l’idea di avere così tante api nel centro di Parigi e si diverte anche a venire coinvolta in prima persona nel nostro impegno verso l’ambiente”, ha dichiarato Laura Pacaut del Mandarin Oriental.

Ma oltre a un certo effetto di sensibilizzazione ambientale, incredibilmente le aree urbane si stanno rivelano per le api un ambiente “protetto” e meno ostile per le api, lontano dai pesticidi, letali per la loro sopravvivenza, utilizzati nelle campagne.  Specie in città come Parigi dove è vietato l’uso di pesticidi nei parchi e giardini urbani, anche privati.

 

 

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