Referendum Conegliano: 2600 firme contro i pesticidi

referendum Conegliano

Un altro passo in avanti verso il bando dei pesticidi a Conegliano. Raccolte le firme necessarie per indire il referendum che vieta l’uso della chimica di sintesi nel territorio comunale.

di Maria Pia Terrosi


Iniziata il 2 settembre, la raccolta delle firme per il referendum aveva in un solo giorno raggiunto quota 521 mostrando la grande attenzione dei cittadini su questo tema. Ora – a distanza di neppure due mesi – l’obiettivo delle 2.500 firme è stato raggiunto, anzi superato. Le  2600 firme saranno consegnate in municipio il prossimo 25 ottobre dal Comitato Conegliano senza pesticidi, insieme a Marcia Stop Pesticidi. “E’ un primo risultato importante  – sottolineano al Comitato –  adesso la parola passa all’amministrazione comunale e alla politica a cui chiediamo di non vanificare la richiesta democratica del referendum”.

La risposta dei cittadini di Conegliano, nel cuore del Proseccoshire, assume dunque un significato particolare per tutto il territorio. Per la cittadina veneta la viticoltura è una preziosa risorsa economica, ma al tempo stesso rappresenta un modello agricolo ad alta intensità che inquina, modifica il territorio e mette a rischio la salute stessa dei cittadini. Il Veneto è la regione italiana con i livelli più alti di consumo dei pesticidi (quasi 12 chili per ettaro, contro una media italiana di 5 chili), forti impatti ambientali, inquinamento delle acque, problemi sanitari della popolazione (agricoltori in primo luogo), perdita di biodiversità.

Il problema degli impatti prodotti dall’uso dei pesticidi non è più rinviabile. Sono ormai centinaia in queste zone le denunce di trattamenti con i pesticidi non consentiti e pericolosi per la salute e l’ambiente. Trattamenti in orari non permessi, mancato rispetto delle distanze di sicurezza, trattamenti con vaporizzazioni vicino a edifici scolastici. In questo contesto territoriale l’esperienza dei cittadini di Conegliano può diventare un’arma potente anche in altri Comuni che soffrono gli stessi problemi.

“Adesso tutte le persone di buona volontà si mobilitino in prima persona per la difesa della salute pubblica. Questa è l’occasione per farlo ed è dovere di chiunque abbia a cuore la salute dei propri cari portare il proprio contributo», concludono al Comitato.

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