L’agroecologia può dare cibo e salute a tutta l’Europa

Secondo il rapporto di un think tank francese, l’agroecologia può dare cibo ai 530 milioni di abitanti dell’Europa del 2050. A patto di cambiare le abitudini alimentari per contrastare il dilagare di diabete, obesità e problemi cardiovascolari. Inoltre si taglierebbero del 40% le emissioni di gas serra del settore

di Maria Pia Terrosi


L’agricoltura europea può fare a meno dei pesticidi e ridurre gli impatti ambientali  garantendo al tempo stesso la sicurezza alimentare per tutti i suoi abitanti. A patto che gli europei rivedano i loro comportamenti alimentari e vengano adottati modelli agricoli ecologici.

Questa  la conclusione di due ricercatori francesi,  Pierre-Marie Aubert e Xavier Poux. Sono gli autori del  rapporto “Une Europe agroécologique en 2050” pubblicato dall’Istituto per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (Iddri).  Lo studio analizza gli sviluppi  di uno scenario decennale denominato TYFA (Ten Years for Agroecology in Europe) dimostrando che in Europa una conversione all’agroecologia – modello agricoloche non usa  pesticidi e massimizza i processi ecologici-   su larga scala è possibile.

L’obiezione ricorrente che viene fatta rispetto alla possibilità di adottare un modello di agricoltura ecologica si riferisce alla sua inferiore produttività. E quindi all’impossibilità di soddisfare il crescente fabbisogno di cibo della popolazione.

Nel caso dell’Europa quello di 530 milioni di abitanti al 2050. In questa prospettiva il dilemma che ne segue – alta produttività per garantire cibo a tutti da una parte, tutela dell’ambiente e della biodiversità dall’altra – sembra essere senza soluzione.

Nello scenario TYFA i ricercatori francesi hanno affrontato il problema  ribaltando l’approccio: anziché continuare a porsi  la domanda su come  combinare l’aumento della produzione agricola necessaria per il crescente fabbisogno alimentare e la riduzione degli impatti sul clima e sulla biodiversità, sono partiti dalla ridefinizione del fabbisogno di cibo sano e sostenibile, per poi individuare i modelli agricoli in grado di soddisfarlo rispettando l’ambiente.

In Europa, infatti, non solo  si produce molto cibo, ma si mangia troppo e male.

Rispetto alle raccomandazioni nutrizionali dell’Organizzazione europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) la dieta degli europei è squilibrata: troppe calorie, troppe proteine (il doppio del necessario), troppi zuccheri (il triplo).  La conseguenza sulla salute è che sempre più spesso si fanno i conti con malattie quali diabete, obesità, problemi cardiovascolari. Questi regimi alimentari si basano sia su un’agricoltura intensiva e altamente dipendente dall’uso di  pesticidi e fertilizzanti sintetici che sull’importazione di grandi quantità di proteine vegetali per l’alimentazione animale.

Per prima cosa, dunque, bisogna riequilibrare dieta, mangiando più cereali, frutta e verdura, colture proteiche e riducendo il consumo di carne, uova, pesce e latticini. Modificare le nostre abitudini alimentari è il primo passo per passare all’agroecologia.

Il nostro studio – hanno dichiarato gli autori – dimostra che un’Europa agroecologica può nutrire gli europei nel 2050, ridurre le emissioni di gas serra del settore agricolo del 40%, recuperare la biodiversità e conservare le risorse naturali”.

In pratica è possibile adottare un modello agricolo che non utilizza  pesticidi e fertilizzanti sintetici, ma si basa sulle funzionalità dei sistemi agro-ecologici. Come rotazione delle colture, fissazione dell’azoto da parte dei legumi, uso di letame per la concimazione, estensione delle infrastrutture ecologiche (siepi, stagni, alberi, ecc.).

Utilizzando questo modello si verifica una contrazione della produttività perché le rese scendono in media del 35% (in kcal) rispetto al 2010. Ma si tratta di una produzione sufficiente a garantire cibo sano a tutta l’Europa, mantenendo una capacità di esportazione di prodotti come  cereali, formaggi e vino e riducendo le importazioni di proteine vegetali.

 

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