Una giuria della California riscrive la storia del glifosato

Monsanto condannata a risarcire con 289 milioni di dollari un giardiniere 46enne di una scuola di Benicia, in California, che dal 2014 è malato di un linfoma non-Hodgkin, un tumore del sistema linfatico. Mammuccini: “chi ha cercato in tutti i modi di delegittimare il parere della Iarc uscito a marzo del 2015 ha responsabilità enormi nei confronti dei cittadini di tutto il mondo”

di Goffredo Galeazzi


Una giuria di San Francisco ha condannato Monsanto a pagare 250 milioni di dollari di risarcimento più 39 milioni di danni e altre spese a Dewayne Jonhnson, giardiniere 46enne di una scuola di Benicia, in California, che dal 2014 è malato di un linfoma non-Hodgkin, un tumore del sistema linfatico.
Johnson per il suo lavoro di giardiniere usava Roundup e Ranger Pro, due erbicidi di Monsanto a base di glifosato, sostanza da anni al centro di una contrastante valutazione sui suoi effetti “probabilmente cancerogeni” per l’uomo, come ha stabilito già dal 2015 la Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. La decisione dei 12 giurati di San Francisco, che hanno votato all’unanimità, si è basato proprio sul parere dell’Iarc. Le agenzie europee Efsa (che si occupa si sicurezza alimentare) ed Echa, che si occupa della chimica, non hanno invece riscontrato evidenze dalla natura cancerogena del glifosato.
Secondo la giuria, Monsanto ha nascosto “con malizia” gli effetti cancerogeni dei suoi prodotti, che hanno “sostanzialmente” contribuito alla malattia di Johnson. L’azienda americana, a giugno acquisita per 62 miliardi di dollari dalla tedesca Bayer, farà appello contro questa decisione, la prima di oltre 5.000 cause analoghe intentate negli Stati uniti in oltre 40 anni di storia di utilizzo del glifosato.

“DeWayne Lee Johnson malato di un cancro alla pelle in fase terminale ha vinto la sua ultima battaglia contro la Monsanto. Ha creato un grande precedente anche per le altre migliaia di querelanti negli Stati uniti che per colpa della multinazionale dell’agrochimica non potranno veder crescere i propri figli”, ha commentato Maria Grazia Mammuccini portavoce della coalizione #Stopglifosato e vicepresidente di FederBio. “Chi ha cercato in tutti i modi di delegittimare il parere della Iarc uscito a marzo del 2015 che ha definito il glifosato probabile cancerogeno per l’uomo ha responsabilità enormi nei confronti dei cittadini di tutto il mondo – ha aggiunto – la salute dei cittadini viene prima di ogni altra cosa e l’Unione europea non avrebbe mai dovuto concedere una nuova autorizzazione per l’uso del glifosato per altri 5 anni e noi non dobbiamo fermarci nella Campagna #StopGlifosato”. Il 12 dicembre scorso La Commissione europea ha confermato il rinnovo dell’autorizzazione per 5 anni all’impiego del glifosato e il 18 febbraio il Parlamento europeo ha avviato i lavori di una commissione speciale per studiarne gli effetti.

“Il glifosato, l’erbicida più usato al mondo, è sotto accusa come cancerogeno. La Monsanto che lo produce, ora della Bayer tedesca, è stata condannata in California. Il governo italiano intervenga subito. Noi, come Regione Toscana faremo subito un provvedimento per escludere dai premi del Piano di Sviluppo Rurale le aziende che ne facciano uso”. Lo ha scritto su Facebook il presidente della Regione Enrico Rossi. “La Toscana era già sulla strada giusta – spiega Rossi  – ma adesso continuerà con convinzione ancora maggiore, noi abbiamo già detto no al glifosato dal 2021 e entro il 2019 lavoriamo per disincentivare l’impiego di questo prodotto”.

A Francoforte lunedì il titolo di Bayer è arrivato a cedere più dell’11%, al minimo in due anni, dopo che Monsanto, acquisita nei mesi scorsi dal gruppo tedesco, è stata condannata negli Stati uniti al pagamento di una multa da 289 milioni di dollari a causa dell’erbicida contenente glifosato.

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