Overdose chimica nei campi, a rischio la candidatura Unesco

L’organismo consultivo dell’Unesco chiede un rinvio di un anno dopo le polemiche sull’uso dei pesticidi nelle colline di Conegliano Valdobbiadene. Sollevati problemi da Legambiente per la mancanza di sostenibilità ambientale. La replica del Comitato scientifico per la candidatura

di Goffredo Galeazzi


Una candidatura a patrimonio Unesco rischia di essere bocciata perché l’area subisce una contaminazione da pesticidi. E’ successo alle colline di Conegliano Valdobbiadene. Nel 2008 era stato avviato il progetto per il riconoscimento del sito come patrimonio Unesco. E a gennaio 2017 l’Italia aveva deciso di presentare ufficialmente la candidatura dell’area tra Conegliano e Valdobbiadene, produttrice del prosecco. La decisione era attesa a Parigi entro luglio 2018. Ma ora qualcosa si è inceppato.

Le perplessità sono state sollevate lo scorso ottobre da cinque circoli di Legambiente della provincia di Treviso che si sono detti favorevoli alla candidatura solo a patto che il riconoscimento inneschi un circuito virtuoso ecologico e ambientale, mettendo al bando i pesticidi e le sostanze tossiche e stabilendo norme rigorose sul consumo di suolo.  E hanno presentato una nota agli ispettori di Icomos Italia, l’organismo consultivo dell’Unesco incaricato di valutare la candidatura delle colline dell’Altamarca. E adesso, riporta La Tribuna di Treviso, proprio  Icomos Italia ha chiesto integrazioni al dossier di candidatura e gestione del sito presentati dal comitato promotore, spiegando che ci sono problemi per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.

E’ Pietro Laureano, presidente Icomos Italia, intervistato dal quotidiano, a spiegare nei dettagli tutte le criticità dei dossier: “partiamo da un dato di fatto: se Icomos chiede delle integrazioni, significa che c’è qualcosa che non va. Nel caso specifico sono stati ravvisati problemi di sostenibilità ambientale per quanto riguarda l’uso dei prodotti fitosanitari, impiegati ancora in modo pesante. Nei dossier non viene data garanzia di un processo virtuoso di indirizzo dell’area. Nonostante le leggi e i regolamenti più restrittivi, questi prodotti si continuano a utilizzare. È una valutazione ancora sintetica, ne seguiranno di più approfondite, ma adesso bisognerà decidere se andare avanti o prendersi una pausa di riflessione”. Laureano precisa che, pure essendo presidente dell’ente consultivo dell’Unesco, non ha un ruolo nella valutazione della candidatura: i siti italiani sono giudicati da commissari stranieri. Per Laureano, tuttavia, sarebbe meglio “sospendere” la candidatura per un anno. E’ una decisione che va presa in accordo con il ministero dell’Agricoltura, aggiunge. “Il rischio è di andare incontro a una bocciatura che non ritengo meritevole, perché il sito comunque è degno di attenzione. Andare avanti significherebbe rischiare troppo, e una volta incassata la bocciatura sarebbe assai difficile ritentare una seconda volta”.

Il coordinatore del comitato scientifico per la candidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene a patrimonio Unesco, Amerigo Restucci, replica che l’articolo comparso sulla stampa locale contiene “inesattezze tecniche perché Icomos non ha mai contestato la questione dei pesticidi reali o presunti”.  Peraltro Icomos esprime “valutazioni di merito e di sostanza” che non le competono perché l’organo di valutazione consultivo e tecnico dell’Unesco dovrebbe limitarsi a orientare “le scelte degli Stati membri dell’Unesco, piuttosto che esprimere condanne o formulare perentorie affermazioni”. Restucci ricorda che “è soltanto il Governo  che può esprimersi sulla opportunità o meno di presentare candidature italiane nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, ed è solo al Governo che competono scelte sulle azioni da compiere per sostenere le stesse candidature o per, eventualmente, ritirarle”.

E Pier Luigi Petrillo, coordinatore della commissione nazionale per l’Unesco per conto del ministero delle Politiche agricole sgombra subito il campo da equivoci: “Il tema della sostenibilità ambientale non è proprio stato toccato: non c’è alcun rilievo su pesticidi e fitofarmaci”.

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