Glifosato. Non solo sui cibi: rimane anche nella terra

Una ricerca europea dimostra che il glifosato resta nel terreno e ci rimane a lungo. Con conseguenze negative per gli organismi che abitano il suolo. Ma anche per gli esseri umani che vivono in prossimità di questi terreni contaminati visto che viene trasportato facilmente da vento e pioggia.

di Maria Pia Terrosi


 Al contrario di quanto si credeva – in molti casi sulla base di ricerche condotte dai produttori –  il glifosato rimane nel terreno a lungo. Molto a lungo: fino a quasi un anno. Lo afferma un recente studio condotto in Europa dal Joint Reserch Centre della Commissione Ue assieme a due università danesi – Wageningen e Rikilt – che sul 45% dei 317 campioni di terreno coltivabile ha trovato tracce dell’erbicida.

Per la precisione il 42% dei campioni esaminati contenevano ampa, il più tossico dei metaboliti del glifosato; il 21% residui di glifosato, mentre nel 18% erano presenti entrambi. I campioni sono stati prelevati dallo strato superficiale di terreni coltivabili (15/20 cm) di 11 Paesi europei: Italia, Regno Unito, Danimarca, Grecia, Spagna; Portogallo, Olanda, Francia, Germania, Ungheria e Polonia. Sono stati selezionati terreni utilizzati per 6 differenti colture, tra cui cereali, tuberi,girasoli, vegetali, frutta, ulivi e vigneti.

Complessivamente nei terreni dei Paesi nord europei si sono più frequentemente trovate entrambe le sostanze; mentre a livello nazionale si è passati dal 7% di campioni contenenti glifosato in Polonia fino al 53% del Portogallo. Per l’ampa si è andati dal 17% di Italia e Grecia fino all’80% dei campioni della Danimarca.

La ricerca ha evidenziato che la persistenza del glifosato prescinde dalla coltura ma è invece legata alla temperatura e al livello di umidità presente nel suolo. In pratica,  glifosato e ampa si disperdono più velocemente in condizioni di maggiore umidità e temperatura, mentre restano molto più a lungo in condizioni opposte (secco e freddo): fino a 280 giorni.

Con una permanenza più lunga, glifosato e ampa hanno il tempo di produrre danni ancora più consistenti agli ecosistemi, visto che già alle concentrazioni rilevate dalla ricerca le due sostanze risultano tossiche per gli organismi che vivono nel terreno a partire da lombrichi, batteri e funghi. Si innesca così un drammatico circolo vizioso legato al fatto che un suolo  impoverito e poco sano richiede un maggior uso di pesticidi.

Ma il problema della persistenza del glifosato e dei suoi metaboliti è aggravato dal fatto che viene quasi completamente assorbito dal terreno, restando ancorato anche alle più piccole particelle (le Pm10 di diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro). Proprio quelle che più facilmente sono sollevate e trasportate dal vento o dilavate dalla pioggia, contaminando corsi d’acqua vicini e inquinando l’aria nelle aree limitrofe. Se poi il glifosato viene utilizzato su terreni soggetti a fenomeni di erosione del suolo a causa del vento o della pioggia, il rischio per la salute aumenta notevolmente.

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